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140 | emilio salgari |
Il secondo giorno, al tramonto, dei suonatori vanno in gran pompa, seguìti dai servi della sposa recanti fiaccole, a casa dello sposo e offrono a lui l’hennè, che è una specie di polvere giallastra, assai usata dalle persiane e che serve a tingersi le mani e i piedi di un giallo oscuro.
Il terzo lo sposo si reca al bagno, accompagnato da due parenti od amici, i quali devono aiutarlo e perciò prendono i nomi, uno di mano destra e l’altro di mano sinistra; quindi indossa un vestito nuovo mandatogli dalla sposa e viene ricondotto a casa da una legione di suonatori. Eguale bagno fa pure la fidanzata e viene accompagnata a casa dallo stesso seguito.
Si attende la sera, perchè la cerimonia riesca più imponente, ed appena le tenebre sono discese, il fidanzato invia alla fanciulla un cavallo bianco, scelto fra i più belli della sua scuderia e che deve condurla alla casa di lui, oppure uno splendido tartaravan, specie di palanchino tirato da due mule bianche. I parenti e gli amici suoi conducono l’uno o l’altro, portando con loro gran numero di fuochi artificiali e di torce accese.
La fidanzata vestita dell’abito più sfarzoso, ma coperta interamente d’un velo bianco e tenendo in mano uno specchio, sale sul cavallo o nel palanchino e s’avvia verso la casa del futuro sposo, preceduta da una turba di suonatori e seguita e fiancheggiata da tutti gl’invitati, i quali lanciano fuochi artificiali.
A trenta passi dalla casa tutti s’arrestano. Lo sposo, che li attende sulla porta, s’avanza tenendo in mano un’arancia, la scaglia verso la fanciulla, poi fugge, ma tutti i parenti e gli amici lo inseguono, lo raggiungono prima che varchi la porta, lo atterrano malgrado la resistenza che deve opporre, gli strappano il cappello e portano questo alla sposa, che solo con quell’oggetto può entrare.
I persiani, che sono superstiziosi forse più degli altri popoli, notano accuratamente il lancio dell’arancia e osservano se lo sposo oppone molta resistenza agli amici che gli strappano il cappello, e se il frutto è stato mandato assai lontano e se la lotta è stata accanita, ne deducono che quel matrimonio sarà assai felice!...
La sposa, tenendo in mano il cappello, entra nella casa, seguita da tutti gl’invitati, scende da cavallo e sale al secondo piano, poichè è là che lo sposo deve attenderla, per farle sapere che il padrone della casa tutta è lui solo.