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Il Re dell'Aria | 85 |
— Altri due colpi, — disse in quel momento il capitano. — Sono rivoltellate queste.
Liwitz, rallenta sempre. —
Lo Sparviero stava per slanciarsi sopra la foresta, quando il campanello risuonò a cinque o seicento passi dalle prime piante.
La slitta, a quanto pareva, stava per slanciarsi attraverso la pianura, costrettavi forse da qualche abilissima manovra compiuta dai lupi.
— Virate di bordo! — gridò il capitano.
Lo Sparviero descrisse una grande curva e tornò indietro, volando lentamente, onde lasciar tempo ai due russi ed al polacco di fare delle giuste scariche.
Gli ululati dei lupi rintronavano cupamente nel silenzio della notte, propagandosi sotto le piante. Dovevano essere moltissimi dal fracasso che facevano.
Ad un tratto la slitta comparve, correndo, con velocità fulminea attraverso la bianca pianura. Era tirata da un vigoroso cavallo di mezzo, che reggeva quell’arco di legno chiamato la duga, reggente un campanello e da due cavalli di volata, due trottatori. Due sole persone montavano il leggero veicolo: un uomo, il quale guidava i cavalli frustandoli senza posa, ed una donna, la quale, di quando in quando, sparava dei colpi di rivoltella, e, con mano ferma, a quanto sembrava, poichè non tutti i proiettili andavano perduti.
Dietro erano comparse due grosse colonne di lupi grigi, i più pericolosi della specie, poichè sono i più alti, i più vigorosi e anche i più coraggiosi.
I furbi animali galoppavano quasi l’uno dietro l’altro, per non esporsi troppo al fuoco della donna e tentavano di assalire i cavalli di volata, per indebolire quello di mezzo e costringerlo, presto o tardi, a cedere.
— Sono almeno un centinaio, — disse Boris.
— Lascia passare prima la slitta, — disse Ranzoff. — Assaliremo i lupi alle spalle. —
Nè l’uomo, nè la donna che montavano il veicolo, troppo occupati, l’uno a spingere furiosamente i cavalli e l’altra a far fuoco, colle due rivoltelle che teneva in mano, contro gli animali che si mostravano i più impetuosi, si erano accorti della presenza dello Sparviero, quantunque questi si mantenesse sempre a soli centocinquanta metri dalla superficie della pianura.