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80 Capitolo VII.


Alla sera anche lo Silea, uno dei più grossi affluenti dell’Amur, veniva lasciato indietro. Liwitz durante la giornata non aveva cessato di spingere la macchina a tutta forza, per ottenere la massima pressione e quindi la maggiore velocità.

Durante la notte l’aereo-treno non sostò in alcun luogo, quantunque il freddo fosse sempre intensissimo e una vera burrasca di neve si fosse scatenata, accompagnata da raffiche furiose.

Ranzoff, che si era riposato alcune ore durante il giorno, fece raddoppiare la guardia e non lasciò un solo istante il ponte per meglio sorvegliare le due gigantesche ali le quali subivano, di quando in quando, delle vibrazioni inquietanti.

Allo spuntare del sole lo Sparviero si trovava al di sopra del lago Baikal, il piccolo mare siberiano.

Il treno-aereo lo tagliava verso la sua estremità settentrionale, essendo in quella parte pochissimo abitato.

Il Baikal, per la sua vastità, può considerarsi come un piccolo mare, misurando ben novecento verste in lunghezza e quasi cento in larghezza, ed una profondità così straordinaria che in certi luoghi non fu ancora possibile sondarlo.

Trecento e più fiumi lo alimentano, mentre non ha che un solo corso di sfogo, l’Angara, il quale, dopo essere passato per Irkutsk, la bellissima capitale della Siberia orientale, va a scaricarsi nell’Jenisseisk un po’ a monte della città omonima.

Trovandosi quell’enorme massa d’acqua ad un’altezza piuttosto considerevole, — a 1700 piedi sul livello del mare, — durante l’inverno gela facilmente e allora carovane e slitte la attraversano in gran numero, per evitare le dirupate montagne che la circondano, che sono formate da una diramazione dei Tonguzi.

Quello è il più bel momento pel traffico, poichè quel piccolo mare quando è sgelato è sovente pericolosissimo. Battuto dai venti che scendono dalla grande catena degli Altai, infuria facilmente e rovescia ogni anno un gran numero di battelli, di prame e di zattere, facendo una buona quantità di vittime umane.

È anzi così temuto dai naviganti che, per paura se ne offenda, non lo chiamano il lago Baikal, bensì il signor lago!...

Quando lo Sparviero vi giunse sopra, tutta la parte settentrionale era di già coperta da uno spesso strato di ghiaccio ed i pochi villaggi, rappresentati da gruppetti di casupole fatte per lo più di tronchi d’albero, erano quasi interamente sepolti sotto la neve.