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Lo Sparviero 67


In un baleno i due ancorotti furono strappati dal fondo e la cannoniera, sotto una vera tempesta di palle, poichè i cosacchi, vedendo sfuggirsi la preda, erano tornati verso la spiaggia, mosse velocemente verso l’uscita della piccola baia, rimorchiando la scialuppa.

Stava per superare la barra, quando in alto, fra le nubi, fu notato un lampo rossastro che si spense fra una miriade di scintille.

— Lo Sparviero! — disse Wassili a Boris. — Ranzoff deve essere un po’ inquieto, udendo questo cannoneggiamento.

— Rispondi al suo segnale?

— Non ancora. Non desidero che questa gente sappia in quale modo noi siamo giunti e come ripartiremo.

— Avranno anche loro notato quel lampo. Vedo che tutti guardano in alto.

— Può essere stato un bolide, — rispose Wassili, alzando le spalle. — Chi potrebbe sospettare che lassù si trova una macchina volante? Il segreto è stato troppo bene conservato e nessuno ne sa nulla in Russia, nè in Siberia.

E poi fra poco ci separeremo da questi forzati e probabilmente non li rivedremo mai più. Credi che possano riuscire a salvarsi?

— Jeso non è lontana e in dieci o dodici ore si troveranno in salvo sulla terra giapponese, — rispose Boris. — Non hanno che da attraversare lo stretto di La Pèrouse.

— Non avranno dei fastidi?

— Ho pensato a tutto io. —

La cannoniera si allontanava rapida, senza curarsi di rispondere al fuoco dei cosacchi, diventato ormai, per la lontananza, assolutamente inefficace.

Quantunque fosse una vecchia carcassa, teneva abbastanza bene il mare e la sua macchina non funzionava troppo male sotto la direzione di Liwitz e di alcuni forzati, i quali sembrava avessero una certa pratica.

A cinque miglia dalla costa, Boris, dopo essersi bene accertato che nessuna altra nave incrociava al largo, la fece fermare.

Era giunto il momento della separazione. Già un secondo lampo, e questa volta azzurrastro, era comparso in cielo, lasciando cadere un’altra nuvola di scintille.

Il capitano dello Sparviero, inquieto per quel lungo silenzio, chiedeva insistentemente una risposta ai suoi segnali.

Wassili fece radunare in coperta tutti i forzati, poi mandò due dei