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Lo Sparviero 59


dalle masse di vapore che il vento polare spingeva verso il sud impetuosamente, copriva la scialuppa, rendendola invisibile agli uomini di guardia della cannoniera.

A centocinquanta passi dalla piccola nave, che si era ormai ancorata al di là della scogliera, l’ex-comandante della Pobieda tornò ad alzarsi, stringendo nella sinistra una grossa rivoltella.

— Ci siamo, amici, — sussurrò. — Preparatevi a saltare sul ponte!

La baleniera, abilmente guidata, abbordò la cannoniera-torpediniera a poppa, dalla parte ove stava piazzato il cannone sulla bassa piattaforma, ed in un lampo marinai e forzati irruppero in coperta, puntando i fucili e gridando a squarciagola:

— Fermi tutti o facciamo fuoco! —


CAPITOLO VI.

Lo “Sparviero„.

Nel momento in cui gli assalitori davano così audacemente l’abbordaggio, gli uomini della cannoniera-torpediniera stavano affondando le ancore.

Udendo quel grido, il comandante, un giovane capitano di vascello, si era precipitato verso la poppa, colla sciabola sguainata, credendo di aver da fare con qualche banda di Ainos malamente armata e che sperava di ricacciare in mare con poche piattonate bene assestate.

Vedendo balzare al di sopra del coronamento di poppa tutti quegli uomini e, armati di fucili, era rimasto tanto sorpreso, da rimanere per qualche istante senza voce.

I marinai ed i forzati avevano subito approfittato di quel momento per impadronirsi del cannone della piattaforma poppiera e che doveva essere certamente carico, e volgerlo verso la prora, dove stava ancora radunato l’equipaggio occupato a far scorrere attraverso le cubie le catene delle ancore.

Boris aveva subito puntata la rivoltella contro il capitano della cannoniera, dicendogli freddamente: