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56 | Capitolo V. |
— È proprio lui, — disse Wassili. — Che cosa credi che faccia, fratello?
— Esplora, — rispose il comandante. — Si direbbe che cerca qualche cosa.
— Ora comprendo, — disse Wassili. — Qualcuno deve aver avvertito l’equipaggio che ieri sera una scialuppa è giunta qui: la mia.
— E la cerca. — aggiunse Boris.
— Che cosa mi consigli di fare? Di assalirlo subito? —
Il comandante osservò le scogliere, le quali spiccavano nettamente sul mare tenebroso, essendo tutte coperte di neve, poi chiese:
— Quanti uomini può portare la tua scialuppa?
— Una dozzina.
— Imbarca i migliori e fa prendere loro posizione fra gli scogli. Sarà tanto di guadagnato.
— Non ci scorgeranno?
— Le rocce sono alte assai più della nave. Prenderò io il comando dell’imbarcazione.
— Non saranno pochi dodici?
— Per un attacco di sorpresa basteranno, e poi non vi sono gli altri pronti ad appoggiarci con un buon fuoco di fucileria? L’equipaggio di quella nave non avrà il tempo di scaricare più di una volta il suo cannone.
Orsù, spicciamoci: i cosacchi potrebbero svegliarsi e prenderci alle spalle.
— È vero, — rispose Wassili. — Mi ero scordato di quegli ubbriaconi.
Ritornò indietro e fece avanzare dodici uomini, fra i quali erano i sei marinai che portavano la scialuppa.
Il comandante li passò rapidamente in rivista, poi fece gettare in acqua l’imbarcazione, mentre la nave continuava le sue esplorazioni, passando e ripassando dinanzi alle scogliere.
— Che cosa devo fare io? — chiese Wassili a Boris, mentre i dodici uomini s’imbarcavano, senza produrre il menomo rumore.
— Cerca di far guadagnare agli altri la scogliera. L’acqua è bassa qui e un bagno, anche gelato, non farà male a questi galeotti, abituati ormai ai grandi freddi.
Forse non avremo bisogno del vostro aiuto, poiché noi tenteremo un colpo di sorpresa. Addio, fratello. —
Balzò leggermente nella scialuppa, prendendo la barra del timone,