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L’abbordaggio della cannoniera 53


di ladri, perchè nelle loro file non accettano gente onorata, e poi per ricompensarci, in certo qual modo, di ciò che noi abbiamo dovuto soffrire per una tale infame accusa.

— Sarà una lotta senza quartiere che noi intraprenderemo contro quel miserabile, fratello, — disse l’ex-comandante della Pobieda.

— Una lotta terribile, che non dovrà cessare se non colla morte di quel furfante, — rispose Wassili, con voce cupa. — Egli mi pagherà tutti i tormenti e le angosce che io ho passate in fondo alle tetre miniere d’Algasithal. —

Un concerto di acuti latrati interruppe la loro conversazione.

Wassili e Boris si erano alzati.

— I russi? — aveva chiesto il primo.

Anche i forzati, che si erano accampati a breve distanza, sotto i pini e le betulle, rannicchiati gli uni addosso agli altri, attendendo impassibili il momento di abbordare il guardacoste, erano balzati su, colle armi in pugno, osservando attentamente la boscaglia.

— Non vi mostrate, — disse Bedoff. — Sono Ainos che pescano coi loro cani.

Quei poveri diavoli non ci daranno alcun fastidio, anzi potremo ottenere da loro una buona colazione.

Comandante, signor Wassili, se non vi dispiace seguitemi, così potremo avere forse delle preziose informazioni sul guardacoste.

Che gli altri non si muovano; è meglio che quei selvaggi non li vedano. —

Presero i loro fucili, quantunque non vi fosse nulla da temere da parte di quegli isolani, che sono sempre stati assolutamente innocui, e si avviarono verso la spiaggia, non senza qualche precauzione.

Fra le rocce, che coronavano la sponda, si erano radunati dieci o dodici individui dalla tinta giallo-brunastra, gli occhi obliqui come i cinesi ed i giapponesi, con lunghe barbe incolte, vestiti con pelli di foca e di orso bianco, luridi e puzzolenti come bestie selvagge.

Erano indigeni dell’isola, strani tipi che pare siano gli antenati dei moderni giapponesi e che hanno conservata pura la loro poco invidiabile razza, attraverso i secoli.

Erano accompagnati da tre o quattro dozzine di grossi cani, dal pelo lunghissimo e colla testa da volpe.

Vedendo comparire i tre stranieri armati di fucili, brandirono le loro picche, ma un gesto amichevole di Bedoff li tranquillizzò subito.

— La pesca è libera su queste coste, — aggiunse subito il carceriere.