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52 | Capitolo V. |
sili. — Il cavaliere ha vinto, colla sua portentosa scoperta, i palloni, gli albatros, le aquile ed i condor. Nemmeno le agili fregate marine potrebbero gareggiare collo Sparviero.
Sai che in cinque o sei giorni noi potremo, con quella macchina, attraversare tutta la Siberia e calare sulle rive della Neva?
— È impossibile.
— Lo vedrai, Boris.
— Il mondo non sa nulla di quella meravigliosa scoperta?
— Ne parla vagamente, poichè lo Sparviero è stato notato qua e là, in America, in Asia ed anche in Europa, ma nessuno ha mai potuto sapere di che cosa si tratti.
Si è perfino supposto che sia un uccello di dimensioni straordinarie, uno di quei giganteschi volatili che solcavano il cielo prima del diluvio universale.
— E quella macchina ci raccoglierà?
— Non ho che da fare un segnale con un razzo.
— E il Re dell’Aria scenderà fino a noi?
— Ci raccoglierà a fior d’acqua, — rispose Wassili.
— E a Pietroburgo potremo noi sapere che cosa è avvenuto della mia Wanda? — chiese il comandante con estrema emozione.
— Gli uomini che il cavaliere ha salvati, e che è andato appositamente a raccogliere a Odessa, lavorano per me e per te.
— Oh! Potessi un giorno vendicarmi del barone e riprendergli mia figlia!...
— Avremo l’una e l’altra gioia, — disse Wassili. — Rispondo io di tutto.
— Che sia ancora a Pietroburgo Teriosky?
— Su questo ho i miei dubbi. Tu sai che quel miserabile è uno dei più potenti armatori di tutta la Russia e che le sue cinquanta navi solcano tutti i mari del globo.
Noi però lo sapremo dal capitano Rokoff o da Mitenko o dal presidente della gaida degli Hooligani.
— Che cosa c’entra nei nostri affari quel presidente dei depravati e dei ladri più immondi della capitale?
— Non siamo forse stati accusati di far parte di quella società segreta di furfanti?
— È vero: Teriosky ha avuto questo coraggio!
— E gli Hooligani ci presteranno man forte per dimostrare innanzi tutto che noi non siamo mai stati membri di quell’associazione