Pagina:Salgari - Il Re dell'Aria.djvu/46

44 Capitolo IV.


— È l’ultima vostra parola?

— L’ultima.

— Si compia la giustizia degli uomini. —

Ad un suo cenno i sei marinai si disposero su una linea, a dodici metri dal capitano, facendo silenziosamente qualche passo innanzi.

Il capitano, che volgeva loro il dorso, non si era accorto di nulla. Forse sperava ancora.

Wassili volle fare un ultimo tentativo.

— Capitano Stryloff, — disse. — Volete, prima di comparire dinanzi a Dio, dirci dove il barone ha nascosto Wanda? È impossibile che voi lo ignoriate.

— No!...

— Questa risposta vi ha tradito. —

Alzò una mano.

Sei colpi di fucile rimbombarono quasi subito, formando una sola detonazione.

Il capitano, che era legato alla sedia, cadde nella fossa, senza mandare un lamento.

— Giustizia è fatta, — disse Wassili. — Quest’uomo era non già un onorato ufficiale dell’esercito russo, bensì un aguzzino. Dio accolga la sua anima. —

Poi, volgendosi ai forzati che avevano assistito impassibili a quella sinistra esecuzione, aggiunse:

— Voi siete liberi: Bedoff, dispensa a questi uomini tutte le armi che vi sono nel penitenziario.

Noi dobbiamo pensare alla loro salvezza. —

Lo starosta si era fatto innanzi.

— Signore, — disse, — che cosa intendi fare di noi? Se tu ci lasci su quest’isola, non tarderemo a venire ripresi e fucilati o accoppati a colpi di knut.

— Lo sappiamo, brav’uomo, — rispose Wassili. — La libertà però richiede i suoi sacrifici.

— Che cosa vuoi dire, signore?

— Sbarcando qui noi abbiamo veduto un guardacoste che a voi potrebbe servire per attraversare il canale di Tartaria e rifugiarvi in Cina o nel Giappone. La Manciuria e Jese non sono lontani.

Non si tratta che di conquistare quel legno e noi siamo pronti ad aiutarvi con tutte le nostre forze.

— Dov’è quel guardacoste?