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40 | Capitolo IV. |
guardando, cogli occhi dilatati dal terrore, ora i cosacchi che non si movevano più ed ora Wassili che s’avanzava verso di lui, tenendolo di mira, pronto ad ucciderlo al primo atto di resistenza.
I marinai lo seguivano coi fucili puntati.
— Arrenditi!... — gli gridò Wassili. — Io sono il fratello di Boris Starinsky, l’ex-comandante della corazzata la Pobieda. —
Stryloff era rimasto muto. Aveva però lasciata cadere la sciabola e con una mossa nervosa si asciugava colla mano il sudore che gli colava dalla fronte, non ostante il freddo intenso che regnava in quell’ora mattutina.
— Mi hai udito? — chiese Wassili. — Arrenditi!
— Che cosa volete fare di me? — chiese finalmente il capitano, facendo uno sforzo supremo.
La risposta gliela diede, e terribile, l’ex-comandante della Pobieda, il quale in quel frattempo era uscito dalla fossa.
— Tu hai formato un Consiglio di Guerra, capitano Stryloff, formato solamente di due individui. Ora noi ne formeremo un altro, composto di cento giudici, per pronunciare la tua condanna.
— Come!... Voi osereste...
— Vedrai che cosa oseremo noi, capitano, complice ormai riconosciuto di mio cugino il barone di Teriosky e tormentatore feroce di questi disgraziati forzati, che non sono dei ladri, bensì dei politici, condannati in questo deserto di neve solo per aver amata troppo la libertà del loro paese.
Non aspettarti grazia da loro. Amici: disarmatelo! —
I sei marinai della scialuppa si erano scagliati come un solo uomo sul capitano, strappandogli la rivoltella e circondandolo.
— Avanti i forzati ora, — disse Wassili.
Le schiere dei politici si mossero, facendo risuonare ritmicamente le catene e formarono intorno al capitano un vasto circolo, sedendosi al suolo, in mezzo alla neve che copriva il cortile. Stryloff guardava, con un terrore impossibile a descriversi, quei lugubri preparativi che per lui annunciavano una imminente sentenza di morte, giacchè non sperava grazia alcuna dalle vittime della sua feroce brutalità.
— Il Consiglio di Guerra è al completo ed al suo posto, — disse Wassili, colla sua voce tagliente ed un po’ ironica. — Capitano Stryloff, scopritevi il capo. —
Liwitz, il macchinista della scialuppa, vedendo che il capitano indugiava, gli levò il berretto e lo gettò con disprezzo in mezzo alla neve.