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La vendetta dei forzati 37


Il capitano li seguiva, colla sciabola sguainata e colla rivoltella nella sinistra.

Il condannato era un po’ pallido, ma del tutto tranquillo. Abituato a sfidare le tempeste a bordo della sua corazzata ed a guardare serenamente in viso la morte, una scarica di piombo non lo spaventava affatto, quantunque il ricordo della sua Wanda, della sua amata figlia, dovesse cagionargli angoscie inenarrabili.

Non disperava però. Bedoff lo aveva avvertito che degli uomini erano pronti a salvarlo, prima che i fucili facessero fuoco.

Il suo sguardo si fissò quindi subito sui forzati, poichè solamente da loro poteva giungere l’aiuto, non essendovi nessun estraneo nel cortile.

Ad un tratto trasalì e si morse le labbra a sangue, per non lasciarsi sfuggire un grido. Aveva scorto, dietro la prima linea dei galeotti, l’imponente statura di Wassili, di suo fratello, la cui testa emergeva, per così dire, su tutte le altre.

— Lui!... — mormorò. — Sono salvo. —

Essendosi fermato un istante, il capitano Stryloff, colla sua solita brutalità, lo spinse innanzi, dicendogli:

— Ricordatevi che non siete che un numero.

— Sì, il 13, — rispose il comandante, con ironia. — Un numero che può portare sfortuna.

— Sì, ma a voi. —

Il drappello si avviò verso la fossa che era stata scavata proprio in mezzo al cortile e che sembrava coperta da un lenzuolo, essendo quasi piena di nevischio. Uska, dinanzi a tutti, faceva rullare cupamente il tamburo.

— Pronti, amici, — sussurrò Wassili ai suoi marinai. — Guai se tardate un istante. —

I sei marinai si sbottonarono i cappotti alzando lentamente i fucili, mentre i forzati della prima linea, che avevano avute le rivoltelle, si cacciavano le mani sotto le vesti, fingendo di ripararle dall’aria gelata e dal nevischio che non cessava di cadere.

Il capitano guardò la fossa, misurando collo sguardo la larghezza e la lunghezza, poi si avvicinò al comandante che aveva le mani legate dietro al dorso e trasse da una tasca una pezzuola.

— Che cosa fate? — chiese Starinsky con voce ironica.

— Vi bendo gli occhi.

— A me!... Sono un soldato, un uomo di mare che ha veduto troppe volte il fuoco per spaventarsi di sei miserabili fucili.