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La presa della rocca | 361 |
desi, i quali avevano circondata la tavola senza abbandonare i loro fucili, si misero a bere allegramente.
Il barone, a cui forse non spiaceva la compagnia, aveva ripreso il suo posto, guardando con visibile piacere quei giganti.
Ranzoff, dopo d’aver scambiate rapidamente alcune parole con Rokoff e col capitano del piroscafo, gli si era messo dietro, tenendo fra le labbra il sigaro spento.
Demidoff, aiutato dai suoi quattro marinai, continuava a versare, mentre i canadesi continuavano a bere.
Ad un tratto due mani di ferro, due vere morse, si strinsero intorno al collo del ruvido quartiermastro e con tanta forza da soffocargli la voce.
Rokoff, vedendoselo passare accanto, con una mossa fulminea lo aveva assalito.
Nel medesimo tempo Ranzoff puntava contro il petto del barone una rivoltella, dicendogli:
— Signore, arrendetevi o vi ucciderò, parola d’onore. —
I quattro marinai che stavano riempiendo i bicchieri avevano lasciate cadere le bottiglie, cercando di fuggire ed erano invece caduti subito fra le braccia dei canadesi.
Il barone, quantunque si sentisse la canna della rivoltella bene appoggiata sul cuore, si era bruscamente alzato, gridando:
— Miserabili!... Che cosa volete?
— La signorina Wanda, signor barone, — rispose freddamente Ranzoff, facendo due passi indietro e prendendolo di mira.
— Chi siete voi, canaglie?
— Gli amici dei signori Starinsky, i vostri cugini.
— Mentite!... — urlò il vecchio ferocemente. — Ora vi farò uccidere tutti!... All’armi!... —
Ranzoff colla mano sinistra atterrò il barone, mentre gridava ai canadesi:
— Puntate le armi contro le porte!... —
Il grido del vecchio pazzo era stato udito dagli uomini che erano a guardia delle gallerie.
— All’armi!... — avevano ripetuto le sentinelle.
I trenta canadesi in un baleno si divisero, formando due squadre, mentre Rokoff, aiutato dal capitano del piroscafo, legava ed imbavagliava rapidamente il quartiermastro e Ranzoff immobilizzava il barone.