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Il prigioniero 333


Essendo la notte oscurissima, in causa di un fitto strato di vapori, i quali intercettavano completamente la debole luce degli astri, non vi era alcun timore che gli avventurieri dell’isolotto potessero scorgere la macchina volante e tanto meno la scialuppa.

Verso le undici Ranzoff sciolse la fune di rimorchio e diede ordine ai canadesi di prendere i remi.

Si trovavano solamente a tre o quattro miglia dall’isolotto e non era prudente che lo Sparviero si avvicinasse di più.

— Vi raccomando di fare meno rumore che sia possibile, — disse Ranzoff ai canadesi, dopo che la macchina volante si fu allontanata tornando verso il piroscafo. — Noi dobbiamo sbarcare inosservati ed evitare qualunque sorpresa.

— Siamo abituati a combattere cogl’indiani i quali sono i più furbi guerrieri del nuovo e anche del vecchio mondo, signore, — rispose uno dei quattro avventurieri. — Nessuno dei nostri nemici si accorgerà del nostro sbarco.

Forza, amici: siamo ancora lontani e nessuno può udirci. —

La leggera baleniera, spinta innanzi dai quattro atleti, balzò sulle onde avanzandosi velocissima.

Per più di mezz’ora continuò ad inoltrarsi verso l’isolotto il quale si distingueva a malapena tanto era oscura la notte, poi si arrestò bruscamente.

Parbleu!... — esclamò il rematore di punta, alzandosi rapidamente. — È un affare un po’ serio passare.

Vi sono scoglietti dappertutto dinanzi a noi e se non m’inganno la spiaggia scende a picco.

— E la risacca è forte, — aggiunse un altro.

Ranzoff si alzò a sua volta per esaminare la costa e s’avvide subito che gli avventurieri avevano ragione.

Le onde si frangevano con furore sopra una moltitudine di scoglietti aguzzi come le punte di un pettine, balzando e rimbalzando con un fragore sinistro. Spingere la baleniera in mezzo a quegli ostacoli era come esporsi ad una perdita più che certa.

— Cercate un passaggio altrove, — disse Ranzoff. — Non abbiamo nessuna premura. —

I quattro canadesi si consigliarono per qualche istante, poi virarono di bordo, seguendo la linea degli scoglietti.

La risacca era dappertutto violentissima e la baleniera balzava e rimbalzava, imbarcando di quando in quando molte pinte d’acqua.