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Il prigioniero 331

CAPITOLO X.

Il prigioniero.

Per due giorni lo Sparviero si tenne lontano dall’isolotto, volteggiando quasi sempre in vista del piroscafo, il quale non aveva fatto un passo innanzi, quantunque la sua macchina fosse sempre sotto pressione.

Ranzoff voleva che la fiducia ritornasse fra gli arruolati del barone e che la convinzione che la torpediniera si era affondata in seguito ad uno scoppio accidentale, si affermasse completamente.

La sera del quarto giorno però abbordò il piroscafo ordinando al capitano di mettere in mare una delle sue baleniere e d’imbarcare quattro cacciatori canadesi scelti fra i più robusti.

— Questa volta assumerò io la direzione della seconda impresa, — disse Ranzoff ai suoi amici. — Non prenderò che Ursoff ed il signor Rokoff, giacchè a questi due uomini piacciono le avventure arrischiate.

— Ci sarà da menar le mani almeno, questa volta? — chiese il cosacco.

— Forse sì.

— Allora sono con voi, signor Ranzoff. Vi confesso che cominciavo ad annoiarmi.

— Cercherò di farvi divertire, — rispose il capitano dello Sparviero.

— E noi che cosa faremo intanto? — chiese Wassili.

— Ci rimorchierete fino nei pressi dell’isolotto, poi ritornerete qui, — rispose Ranzoff.

— E non verremo a raccogliervi?

— Domani notte incrocerete ad una ventina di miglia da Ascensione, non più innanzi.

Forse il barone può aver avuto sentore che noi possediamo una formidabile macchina volante e non voglio per ora che ci veda.

Lasciate fare tutto a me, amici, e vedrete che Wanda sarà liberata dalla prigionia che le impone quel vecchio pazzo. —

La baleniera era giunta presso lo Sparviero il quale si era adagiato sulle acque, a circa duecento passi dal piroscafo.