Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
316 | Capitolo VIII. |
soste sull’oceano, specialmente quando non era battuto dalle onde, per fare delle splendide e copiose retate di pesci.
Lo Sparviero costeggiò in seguito le Piccole Antille, corona di perle superbe gettate fra l’Atlantico ed il golfo del Messico, ricche d’una vegetazione meravigliosa, di abitanti e di albe e di tramonti stupendi.
Più volte, durante le notti magnifiche, s’arrestò ora su questa ed ora su quella montagna, fra i grandi silenzi dei boschi, per riprendere la corsa prima che gli abitanti riaprissero gli occhi.
Non mancò però qualche colpo di fucile sparato da qualche sorvegliante delle piantagioni o da un cacciatore notturno, ma fortunatamente erano andati sempre a vuoto.
Quella crociera fu prolungata per tre settimane, non essendovi alcun motivo di affrettarsi verso Boston. Mancavano ancora una diecina di giorni prima che potesse giungere il telegramma del baronetto.
Passato al largo dei banchi di Bahama, lo Sparviero filò lungo le coste della Florida, poi si gettò nuovamente in mezzo all’Atlantico. Ranzoff non amava affatto di farsi troppo notare dalle navi transatlantiche che salpavano dai porti americani dirette verso l’Europa.
Mancando ancora alcuni giorni alla data stabilita, si spinse fino in vista della Nuova Scozia per mostrare ai suoi amici un fenomeno piuttosto raro.
— Voglio andare a vedere che cosa rimane dell’isola del capo delle Sabbie, — aveva detto a Boris ed a Wassili. — Qualche anno fa si diceva che stava per scomparire sotto gli incessanti assalti dell’Atlantico.
Giacchè abbiamo ancora qualche po’ di tempo, andiamo ad accertarci a che punto si trova. —
Una volata di trenta ore li portò ben presto al sud della Nuova Scozia, una regione molto frequentata dalle navi. L’isola del capo delle Sabbie non era che a qualche miglio e dall’alto dello Sparviero si poteva osservarla benissimo in tutta la sua lunghezza.
— Se ne va, — disse Ranzoff, il quale la osservava attentamente, munito d’un ottimo cannocchiale. — Pochi anni ancora e diventerà uno scoglio sottomarino che il governo americano sarà costretto a far saltare con qualche tonnellata di dinamite.
Venti o trent’anni or sono era ancora lunga una settantina di chilometri; oggi l’oceano ne ha divorato più di mezza.
— Vedo un faro che brilla laggiù — disse Wassili.
— È il terzo, ma anche quello non durerà a lungo. Si dice che i guardiani hanno paura a dormirvi.