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302 | Capitolo VII. |
— Tu dunque, senza volerlo, facevi concorrenza al barone nella ricerca dei tesori, — disse Wassili.
— È vero, amico e senza sapere di avere un formidabile rivale.
— Deve essere una storia molto interessante anche questa, — disse Fedoro.
— Stranissima, — rispose Ranzoff, — e che ho appresa in seguito ad un fortunato incontro fatto in America, a Jackson, alcuni anni or sono.
In quell’epoca io non pensavo affatto a perlustrare le isole perdute sull’Atlantico. Ma, in seguito ad una conversazione avuta con quel signor Summers, mi nacque l’idea, al pari forse del barone di Teriosky, di diventare anch’io cacciatore di tesori e non me ne sono pentito.
— E si vede dai fatti, — disse Boris.
In quel momento i sei marinai dello Sparviero entrarono nella caverna.
— Basterà per ora imbarcare un paio di barili, — disse loro il capitano. — Ne avrò abbastanza per assoldare degli avventurieri, se ne avrò bisogno, e anche per noleggiare una nave. —
Mentre i sei marinai, guidati da Liwitz, sfasciavano i due barili, empiendo di sterline dei grandi canestri che avevano con loro, il capitano dello Sparviero, il quale al pari dei suoi compagni si era seduto su un masso, aveva ripreso il suo racconto.
— Come vi dicevo, per una combinazione qualunque, avevo conosciuto un certo signor Summers, il quale, una sera in cui avevamo bevuto forse un po’ più del solito, mi fece la seguente interessantissima narrazione.
Suo padre era proprietario di un brik che chiamavasi l’Hark, ascritto al dipartimento di Filadelfia, e commerciava attivamente fra le isole Antilliane e le città dell’America del Sud.
Nel 1858 faceva ritorno da una lunga crociera alle Indie Orientali quando, appunto a Filadelfia, s’imbattè in un vecchio camerata, il capitano Handerson. Sapendo che era senza imbarchi, questi gli offriva il posto di secondo di bordo e partirono insieme pei mari del Sud.
Era quella l’epoca in cui gli Stati Uniti del Nord muovevano una guerra terribile a quelli del Sud, per costringere questi ultimi a finirla una buona volta colla schiavitù dei negri.
Summers, da buon patriotta, ritornava verso il settentrione per offrire i suoi servigi al suo governo e anche la sua nave, quando una furiosa tempesta lo sorprende in mezzo all’Atlantico.