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292 | Capitolo VI. |
— È vero, — disse Wassili. — In Europa non vi sono che pochissimi villaggi, tre o quattro nell’Engandina, situati al di sopra dei 1860 metri, ma in America vi sono città considerevoli, collocate ben più in alto ed i cui abitanti vivono senza provare alcun malessere.
Messico, per esempio, è situato a 2290 metri; Quito a 2900; Cuczo a 3470; La Paz a 3720 e Potosi a 4165.
Già la maggior parte delle popolazioni del Perù e della Bolivia vivono al di sopra dei 3000 metri, e fra quelle montagne si trovano delle antiche strade, costruite dagli Inkas, che si spingono perfino all’altezza di 3610 metri.
— Dove però l’uomo resiste di più è nel Tibet, — disse Boris.
— Sì — rispose l’ingegnere. — Il passo di Mostaz, per esempio, si trova a 5800 e buona parte dell’anno è percorso da un gran numero di pellegrini che si recano a Lhassa e sul Tengri-Noor.
Ad Hamlo vi è pure un monastero di Lama che si trova a 5059 metri e quegli eremiti ci si trovano benissimo.
— Io però mi trovo molto meglio presso la crosta terrestre, — disse Rokoff.
— Perchè non siete abituato alle grandi altezze come io e Liwitz, — rispose Ranzoff. — Eppure nel nostro viaggio compiuto attraverso l’Asia assieme a voi ed il vostro amico Fedoro abbiamo attraversati i più alti passi del Tibet e non mi sono accorto che d’una cosa sola.
— Di quale? — chiese Rokoff.
— Che per riscaldarvi bevevate come una spugna, — rispose il capitano dello Sparviero, ridendo.
— Voi dovete sapere che un cosacco ha sempre sete.
— Me ne sono accorto anch’io or ora, — disse Fedoro. — Si è dimenticata la bottiglia di cognac fra le sue mani e questo briccone se l’è bevuta tutta, senza nemmeno accorgersene.
Uno scoppio di risa accolse l’osservazione del negoziante di the.
— Giacchè è vuota la regalo ai pesci, — disse il cosacco. — Fiuteranno almeno il profumo. —
L’aveva scaraventata al di sopra della balaustrata e si era curvato per vedere dove andasse a finire, quando un grido gli sfuggì:
— Un mostro!... Una balena!... —
Tutti si erano precipitati verso la balaustrata.
Lo Sparviero, il quale non aveva cessato di abbassarsi lentamente, sorretto dai piani orizzontali, si trovava in quel momento a soli cento