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Un combattimento terribile 279


— Ed aveva condotti con sè molti uomini? — chiese Wassili.

— Una cinquantina, reclutati fra i più terribili avventurieri dei porti del Baltico.

— Sapete che ha lasciato Tristan?

— Sì, — rispose il comandante del Tunguska, dopo una breve esitazione. — Saranno tre settimane, quando mi pervenne un dispaccio da Sant’Elena.

Mi annunciava che mio padre aveva lasciato l’isola insieme ai suoi uomini, a bordo d’una piccola nave a vapore che aveva condotto seco, senza però dirmi per dove.

— Scusate, signor barone: giurereste sul vostro onore d’ignorare dove vostro padre si è cercato un nuovo rifugio?

— Lo giuro, — rispose il comandante del Tunguska, senza esitare.

— Disapprovate voi la condotta di vostro padre?

— Assolutamente.

— In tale caso voi sareste disposto ad aiutare i vostri cugini nella loro riabilitazione.

— Sì, con tutte le mie forze.

— E di fare il possibile per indicarci il suo nuovo rifugio? Comprenderete benissimo come vostro padre non abbia alcun diritto di tenere prigioniera una fanciulla che non è sua.

— Vi ho detto che mio padre è pazzo.

— Allora noi vi metteremo delle condizioni, se voi vorrete ricuperare la vostra libertà e salvare nel medesimo tempo i vostri marinai, — disse l’implacabile Ranzoff. — Se voi le rifiuterete, rimarrete con noi come un prezioso ostaggio e affonderemo, a colpi di granata, la carcassa dell’incrociatore.

— Sono pronto ad accettarle, — rispose il baronetto. — Parlate signore.

— Noi vi accordiamo un mese per farci sapere dove vostro padre ha nascosto la signorina Wanda Starinsky.

— Ma come potrei farvelo sapere? Dove? In quale luogo?

— Basterà che voi spediate un dispaccio all’ufficio Telegrafico di Boston da rimettersi al signor R. Ranzoff.

Notatevi questo nome.

— E andrete a ritirarlo là! — esclamò il baronetto con sorpresa.

— Certo: e perchè no?

— Colla vostra macchina volante?

— Ah! Questo è un altro affare.