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278 Capitolo V.


— Ebbene, che cosa volete da me? — chiese con voce stridula, incrociando le braccia e avanzandosi verso i cugini. — La mia vita per vendicare le follie di mio padre? Prendetevela!...

— La vostra vita non basterebbe alla nostra riabilitazione, — disse Boris. — E poi non mi restituirebbe la mia Wanda, rapitami infamemente da vostro padre.

— Avete ragione, comandante, — disse il baronetto, calmandosi di colpo. — Anzi la mia vita non deve spegnersi, per riabilitare l’ex-comandante della Pobieda e l’ingegnere. Mio padre ha agito come un vero miserabile, o meglio come un pazzo. È mio dovere, come uomo d’onore, di riparare la macchia che imbratta il blasone dei Teriosky. Perdonatemi!...

— A voi, cugino, non dobbiamo alcun perdono, poiché sappiamo che voi non avete avuto alcuna parte in tutta questa disgraziata faccenda. Se non m’inganno, quando vostro padre ordì la trama infernale che doveva far di me, onesto uomo di mare, un galeotto delle Sakaline e di mio fratello, un minatore dell’Algasithal, voi eravate al Giappone coll’Amur.

— È vero, comandante, — rispose il barone. — Fu solo dopo il mio ritorno in patria che appresi, con orrore, quanto aveva fatto mio padre per strapparvi Wanda che egli, nella sua follia, credeva mia sorella rinata dalle onde del Mare del Nord.

Era troppo tardi per pensare alla vostra riabilitazione. Cercai d’indurre mio padre a riparare a quell’infamia e mi rispose con un reciso rifiuto, per paura di perdere vostra figlia, comandante, che ormai adorava follemente.

D’altronde sarebbe stato il disonore che sarebbe caduto sulla nostra casa e forse, altri, piuttosto di compromettere il padre, avrebbero agito al pari di me.

Da quella volta io non lo rividi più mai. Era partito per l’Atlantico equatoriale per trovarsi un rifugio inaccessibile a tutti, perché temeva da un momento all’altro il vostro ritorno.

— E si rifugiò a Tristan de Cunha, sull’Inaccessibile, è vero signor barone? — disse Ranzoff.

— È vero. Egli nella sua gioventù aveva visitato quell’enorme scoglio per cercare non so quali tesori nascostivi, molti anni prima da dei corsari inglesi e conosceva a menadito quel luogo.