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Un combattimento terribile 277


— Mio padre era diventato pazzo, — disse con voce sorda. — Tutti lo sanno in Russia.

— Ciò non gli ha impedito però di rovinare due galantuomini, di aver confiscato a suo profitto le loro ricchezze, di aver rapita ad uno dei due una figlia e finalmente di averli mandati in esilio, uno in Siberia e l’altro a Sackaline. —

Il baronetto si era lasciato cadere sulla panca di poppa, completamente accasciato, tenendosi stretto il capo fra le mani; in preda ad una cupa disperazione, mentre Liwitz, aiutato da due marinai, con un raffio fermavano la lancia a vapore, traendola dolcemente verso lo Sparviero e ormeggiandola.

Al piccolo cozzo che successe, il baronetto era tornato ad alzarsi.

— Chi vi ha informato di questa vergogna commessa dalla follia di mio padre? — chiese.

— Favorite salire sulla mia macchina volante e vi mostrerò gli accusatori di vostro padre. —

Il baronetto ebbe un momento di esitazione e cacciò una mano entro la guardia della rivoltella, vuotata fortunatamente da Orloff, forse coll’intenzione di servirsene contro di sè, piuttosto che contro il Re dell’Aria, poi con uno sforzo improvviso balzò sopra la balaustrata prodiera dello Sparviero, mettendo i piedi sulla tolda.

I sei marinai dello Sparviero, con Liwitz alla testa, stavano schierati dinanzi alla misteriosa macchina, armati di fucili; dietro di loro vi erano altre due persone che il baronetto subito non osservò.

Ad un cenno di Ranzoff, l’equipaggio presentò le armi al capitano del Tunguska, poi si divise in due lasciando scoperti Wassili e l’ex-comandante della Pobieda.

A poppa stavano seduti, pure armati, Rokoff e Fedoro.

Il baronetto, vedendo dinanzi a sè i due fratelli, le vittime di suo padre, aveva mandato un grido acutissimo, poi aveva fatto due o tre passi indietro, coprendosi il viso colle mani.

— Voi!... Voi!... — aveva esclamato con angoscia.

— Sì, siamo noi, cugino, — aveva risposto Wassili. — Non credevate di trovarci qui, su questo tremendo ordigno da guerra che sfida impunemente i transatlantici di vostro padre e le potenti navi del governo russo, è vero?...

— Voi!... — aveva ripetuto il baronetto.

A quella violenta prostrazione, subentrò però quasi subito una intensa reazione.