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La caccia al Re dell'Aria | 233 |
— Che forma aveva?
— Quella d’un immenso uccello, signor barone.
— Che il signor Langley sia riuscito a modificare la sua macchina e che l’abbia venduta a quel misterioso Re dell’Aria? — disse il capitano, guardando il direttore.
— Non ho l’onore di conoscere quel signore, — rispose l’ex-vice-ammiraglio.
— Io so che l’anno scorso fu inventato in America, dal segretario dell’Istituto Smithsoniano, un uccello artificiale.
Quel signor Langley dirigeva a Washington lo stabilimento più scientifico e più ricco del mondo e per di più aveva a sua disposizione le donazioni di moltissimi miliardari americani ben disposti a contribuire allo sviluppo delle scienze.
Le prove riuscirono da prima; ma, a quella ufficiale, l’uccello, non si sa il perchè, cadde miseramente nel Potomac e fu una vera fortuna pel suo inventore che piombasse nel fiume, poichè diversamente si sarebbe sfracellato col suo apparecchio.
Io non credo che il signor Langley abbia venduto il suo segreto a quel Re dell’Aria che ora ci dichiara la guerra, essendo una persona troppo onorevole.
È probabile invece che quello sconosciuto abbia migliorata quella macchina volante.
— E che cosa pensate di fare ora, signor barone? — chiese il comandante dell’Orulgan. — Di trattenere tutte le vostre navi nei porti o di decidere vostro padre a restituire quella fanciulla accennata nel documento?
— Conosco troppo bene mio padre per costringerlo alla resa. Egli ormai non vive che per quella signorina, che è mia cugina e che egli, nella sua pazzia, crede che sia mia sorella restituita dal mare; e poi, dove si trova ora? Non ho più notizie di lui da circa due mesi.
Si trova ancora a Tristan de Cunha od altrove? Manderò qualche nave a visitare quelle isole, ma ci vorrà del tempo e quel terribile Re dell’Aria intanto potrebbe agire.
— E allora? — chiese Orloff.
— L’Ammiragliato è pronto a prestarmi il suo aiuto e mette a mia disposizione il Tunguska, uno dei più rapidi e dei più potenti incrociatori che oggi possegga la nostra marina da guerra.
— Per dare la caccia a quella misteriosa macchina?
— Sì, mio caro signor Orloff. Volete essere anche voi della partita?