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Un fatto emozionante 223


Si librò per alcuni secondi sopra i ponti, ad un’altezza di trecento metri, facendo distintamente udire il ronzìo delle sue ali che battevano febbrilmente, poi un oggetto cadde dall’alto rimbalzando, con uno strano fragore metallico, sul castello di prora.

Ciò fatto, i passeggieri lo videro, con loro immenso stupore, innalzarsi rapidamente, poi scomparire, con velocità fantastica verso l’isola di Terranuova.

Un lungo respiro era sfuggito da trecento petti e per parecchi istanti nessuno osò muoversi. Perchè quell’uccellaccio era scomparso senza far male a nessuno?

Mastro Anguska, che si trovava sempre al suo pezzo diventato inservibile, si era subito impadronito dell’oggetto lasciato cadere sul castello e così destramente da non colpire nessuno.

Non era nè una bomba, nè una torpedine, come dapprima aveva temuto. Si trattava d’una semplice scatola di latta, d’una di quelle che servono per mettervi dentro i biscottini.

— Che siano così gentili da regalarci dei dolci? — si chiese il cannoniere. — E noi che li avevamo presi invece a colpi d’obice! —

Il capitano, dopo d’aver dato ordine al timoniere di riprendere la rotta di prima ed in macchina di rallentare quella corsa precipitosa, era disceso dalla passarella, muovendo incontro a mastro Anguska, il quale teneva in alto la scatola perchè tutti potessero vederla e persuadersi che non era una granata.

— Ebbene, Anguska? — chiese il comandante.

— Ci hanno regalato dei biscotti, signore, — rispose il mastro. — Sono troppo pochi però per trecento e trentadue persone.

Quella brava gente non aveva certo pensato che noi avevamo a bordo anche degli emigranti.

— Dei biscotti!...

— Eccoli qui, signore. —

Il comandante s’impadronì vivamente della cassetta, ma si accorse subito che doveva essere vuota o quasi.

— Tu sei pazzo, Anguska, — disse, alzando le spalle. — Io credo che qui dentro vi sia invece qualche documento. —

Si volse verso i suoi ufficiali i quali lo avevano seguìto e disse loro:

— Venite nel quadro, signori. —

Poi, indirizzandosi ai passeggieri, aggiunse ad alta voce:

— Ritornate nelle vostre cabine, signori, e sgombrate la tolda e i ponti. Ormai non vi è più alcun pericolo.