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Il ritorno dello «Sparviero» | 207 |
corsari che fra il 1600 ed il 1700 scorrazzavano in gran numero l’Atlantico.
Ho udito narrare anzi che anche a Picos, in uno scoglio, perduto pure su quest’oceano, vennero scoperte delle caverne meravigliose e anche dei tesori, nascosti forse da antichi scorridori o schiumatori, come vi piace meglio chiamarli.
— Come il barone di Teriosky può aver saputo ciò?
— Chissà!... Forse da qualcuno dei suoi marinai.
— Andiamo avanti, signore. Sospiro il momento di raggiungere la cima dello scoglio.
— Ed io non meno di voi, Rokoff, — rispose l’ingegnere.
Cinquanta metri più in alto trovarono quattro gallerie, che non pareva fossero state aperte dalla mano dell’uomo e che si addentravano nel cuore dello scoglio.
I due russi ed il cosacco però, troppo premurosi di rivedere la luce, non perdettero tempo ad esplorarle, quantunque avessero scorto delle spesse tende destinate forse a riparare quegli androni dai colpi di vento scendenti da quella specie di gola durante le notti tempestose.
— In alto!... In alto!... — gridava il cosacco, salendo i gradini a quattro a quattro, con una foga indemoniata.
Il foro superiore si allargava, proiettando nell’interno del pozzo una luce abbastanza intensa. I tre uomini continuavano a salire, ansando e sudando, senza occuparsi di altre gallerie che di quando in quando s’aprivano su quella interminabile gradinata.
Quell’ascensione, faticosissima, specialmente per l’ingegnere, il quale non era più giovane, durò una buona mezz’ora, poi tutti tre sbucarono su una vastissima piattaforma, che occupava tutta la sommità dello scoglio e dove si vedevano ancor diritte delle vecchie trincee armate di antichi cannoni di bronzo e lunghissimi.
Erano sulla cima dell’Inaccessibile!
Uno splendido panorama si offriva dinanzi ai loro sguardi.
L’oceano sconfinato s’apriva intorno all’immensa scogliera, sempre tumultuante. Tristan si profilava verso il nord, ancora quasi avvolta dalla nebbia; Nigtingale a ponente coi suoi ammassi di rocce brulle, prive di qualsiasi traccia di vegetazione.
Fregate e albatros superbi volteggiavano intorno all’alto scoglio, descrivendo volate fulminee per poi precipitarsi, quasi come corpi morti, verso l’oceano.