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Gli elefanti marini 189


Fortunatamente gli uccelli marini che nidificavano in gran numero sui due margini del canalone, gridando a squarciagola, coprivano il rumore dei suoi passi.

Rabbiosi di vedersi disturbati da quell’intruso che già avevano veduto, si sfogavano con grida stridenti e con ragli spaventosi, senza però osare discendere nella spaccatura, spaventati forse dalla sbarra di legno che il cosacco agitava minacciosamente.

Aggrappandosi alle sporgenze ed alle erbe, il coraggioso figlio della steppa raggiunse finalmente il secondo cornicione e poi anche il terzo.

Solamente una cinquantina di metri lo dividevano dal quarto e che era anche l’ultimo, poichè più sopra la parete dell’immenso scoglio scendeva bruscamente a picco, senza sporgenze e senza spaccature.

— Se non mi ha ammazzato fin’ora, non mi ammazzerà più — mormorò. — Anche se è armato d’un fucile, non mi fa paura. —

Sostò un momento sul terzo cornicione per sbarazzarsi, con una grandine di legnate, di un’orda di grossissimi pingoini che pretendevano di sbarrargli il passo, beccandogli rabbiosamente le gambe, poi riattaccò l’ultimo tratto del canalone che sembrava il più difficile, essendo il più erto e mancante completamente di erbe.

Fortunatamente il cosacco se era robusto e forte come un orso, era anche agilissimo e anche quell’ultimo passo fu superato. Notò però subito una cosa assolutamente insolita: il quarto cornicione era privo di uccelli marini.

— Qualcuno deve averli cacciati di qua, — disse. — Che sia stato l’uomo misterioso? —

Si era issato sul cornicione, brandendo la traversa, pronto ad accoppare chi avesse osato assalirlo.

Si era avanzato appena qualche passo, quando s’accorse d’aver dinanzi a sè un’apertura che pareva dovesse mettere in qualche caverna.

— Che quello sia l’asilo dello sconosciuto veduto da Ursoff? — si chiese. — Andiamo a fare la sua conoscenza.

Non vi sono antropofaghi, che io sappia, in queste isole abitate da europei e da americani, e nessuno mi metterà arrosto. —

Impugnò solidamente la sbarra, si mise il bowie-knife fra i denti, per essere più pronto a servirsene e s’inoltrò risolutamente attraverso a quel passaggio tenebroso.

Aveva appena varcato la vôlta di quella galleria, quando una massa enorme gli piombò addosso, urlandogli contro: