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16 Capitolo II.


— Non si fermeranno se non quando cadranno l’uno sull’altro, fulminati. Io conosco troppo bene quei bevitori insaziabili.

Rinchiuse la porta, la sbarrò, poi si diresse velocemente verso il corridoio dove si trovavano i recipienti di votka.

Vi era appena giunto, quando sette od otto cosacchi, mezzi assonnati, infagottati nelle loro lunghe e pesanti zimarre, entrarono.

Il maresciallo d’alloggio, un omaccio che aveva una lunga barba incolta che gli saliva fino quasi agli occhi, era con loro.

— È vero che vi è da bere, Bedoff? — chiese con una voce rauca da bevitore impenitente.

— Un fiume di votka, maresciallo, — rispose il carceriere. — I tuoi uomini non si saranno mai trovati in mezzo ad una tale abbondanza, te lo giuro sulla Madonna di Kazan. Guarda!...

Il maresciallo, vedendo radunati presso la finestra tutti quei recipienti di metallo, vi si era gettato sopra come una bestia assetata, annusandoli uno ad uno.

— Questa è proprio votka! — esclamò, balzando in piedi. — Bedoff, dove hai trovato questo tesoro?

— L’ho comperata da quegl’imbecilli d’Ainos, per un miserabile rublo.

— Tutto questo liquore!

— Pare che qualche nave sia naufragata sulla costa non so quando. Gli Ainos hanno trovato questi recipienti e, non sapendo che cosa contenessero, non avendo trovato il modo di svitarli, me li hanno offerti. Figurati se io non mi sono affrettato a comperarli! Con un solo sguardo mi ero accorto che erano pieni di votka e questa sera, eludendo la vigilanza delle sentinelle, me li son fatti portare qui, dopo aver forzata l’inferriata.

— E li offri a noi! — esclamò il maresciallo. — Tu sei un bravo camerata, Bedoff! Che bevuta c’è da far qui!

— E il capitano?

— È troppo occupato col condannato per pensare a noi, — rispose il maresciallo. — E poi o che beviamo o che dormiamo, che cosa ne deve importare a lui? L’alba sorge tardi e l’esecuzione non avrà luogo prima, quindi possiamo divertirci per ora.

Camerati!... Sturiamo e beviamo! —

Altri cosacchi erano entrati, gettando su quei recipienti degli sguardi d’ardente bramosìa.