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172 | Capitolo XIV. |
o quattrocento metri e largo una dozzina, interrotto da crepacci e coperto da un fitto strato di guano depositato, da migliaia e migliaia d’anni, dagli uccelli marini.
Poco sopra, ad un’altezza di dieci o dodici metri, se ne estendeva un secondo più piccolo, che si poteva facilmente raggiungere, avendo anche quello la parete un po’ inclinata ed interrotta da canali o spaccature che fossero.
Su quella seconda sporgenza, il cosacco aveva scorto una moltitudine di volatili, raggruppati contro la parete.
Erano pingoini, uccelli che vivono in società e che, veduti ad una certa distanza, sembrano piccoli uomini infagottati malamente.
Sono alti settanta od ottanta centimetri; qualche volta raggiungono anche il metro, colle teste piccole, le penne bianche e nere, colle ali brevi che sembrano due moncherini piatti ed i piedi situati molto in basso, ciò che permette loro di tenersi diritti come i quadrumani.
Uccelli veramente barocchi e ridicoli, che passano delle giornate intere a gridare tutti insieme come vecchi chiacchieroni, e che hanno delle mosse da far scoppiare dalle risa.
Malgrado la pioggia, la quale continuava a cadere a torrenti, e le frequenti raffiche, quei bravi volatili parevano occupati in una vivissima discussione. Allineati su tre o quattro file, gridavano, ciarlavano e si agitavano, scambiandosi qualche colpo di becco per dare forse maggior peso ai loro argomenti, mentre alle estremità delle file, alcuni vecchi maschi, dall’aspetto venerando, educavano alcune dozzine di piccini, tenendoli in freno con abbondanti colpi di moncherino e qualche zampata.
— Vi devono essere dei nidi lassù e, se vi sono dei nidi, vi saranno anche delle uova, — disse Rokoff, il quale cercava una spaccatura che gli permettesse di dare la scalata alla seconda piattaforma. — La colazione non mancherà, almeno per questa mattina. —
Il cosacco, trovato un canale, cominciò ad arrampicarsi, raggiungendo felicemente il margine superiore, non ostante le proteste rumorose della colonia.
Quando lo videro rizzarsi, i pingoini raddoppiarono il baccano, spalancando i becchi, agitando i moncherini e dondolandosi comicamente. Rokoff, senza preoccuparsi di quelle vane minaccie, si gettò sul più vicino, torcendogli il collo.
Gli altri, spaventati, si dispersero prontamente, lasciandosi cadere confusamente sulla piattaforma inferiore e raggiungendo il mare.