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Tristan de Acunha 171

mentare il fuoco. Tutte le alghe erano finite insieme ai pochi pezzi di legno strappati alle pareti.

— Vi propongo una dormita, — disse Rokoff. — Per questa notte possiamo rinunciare alla speranza di rivedere lo Sparviero.

— Sia, — rispose Wassili, il quale si sentiva estremamente stanco.

Attesero che il fuoco si spegnesse completamente, pel timore che qualche scintilla provocasse un incendio, radunarono i pochi fuchi che ancora rimanevano intorno alla catapecchia e si coricarono l’uno presso all’altro, mentre al di fuori tuonava orrendamente e le onde si sfasciavano, con muggiti spaventevoli, contro la base dell’Inaccessibile.

Il cosacco però non riusciva a chiudere gli occhi.

Di quando in quando lasciava l’abituro e, non curante della pioggia e dei nembi di spuma che le onde scagliavano fino alla piccola piattaforma, si spingeva fino sull’orlo della roccia, spiando ansiosamente l’orizzonte.

Sperava di veder scintillare fra le tenebre i fanali dello Sparviero? Era probabile. Erano però speranze vane, poichè nessun punto luminoso si vedeva spiccare fra le tenebre.

L’orizzonte era tutto tenebroso, come se delle masse di catrame fossero colate dalle nuvole e nessun lampo più illuminava la notte.

Il tuono invece continuava a rombare sulla vetta dell’enorme scoglio, con uno strepito enorme.

Pareva che lassù centinaia di carri pieni di ferraglia corressero lungo i cornicioni, lanciati a corsa sfrenata. Di quando in quando si udivano dei rombi terribili, seguìti, dopo qualche tempo, da dei tonfi assordanti.

Dei massi enormi, forse male equilibrati, strapiombavano nell’oceano, rotolando e rimbalzando lungo i fianchi della montagna.

Guai se qualcuno fosse caduto sull’abituro. Nessuno certamente di quei tre uomini si sarebbe salvato.

La bufera però pareva che accennasse ad allontanarsi verso il nord-est, ossia nella direzione presa dallo Sparviero. Il vento era scemato, nondimeno si udiva sempre ruggire sull’alta vetta del gigantesco scoglio.

Le onde invece si mantenevano sempre enormi e battevano con furore estremo le spiagge, spazzandole e sgretolando perfino le scogliere.

Quando cominciò a diffondersi un po’ di luce, Rokoff aveva già esplorata tutta la piattaforma. Era una specie di cornicione lungo tre