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Tristan de Acunha | 165 |
quel suolo ingrato, sbattuto incessantemente dagli uragani e niente affatto sicuro.
Ed infatti grandi pericoli li minacciano sovente e non è stata ancora dimenticata la terribile bufera che, anni sono, rovesciò sull’isola ondate così spaventevoli da ridurre la popolazione da cento e venti anime a sole novantanove!...
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Lo Sparviero, quantunque la sua poderosa macchina funzionasse a tutta fuga per raggiungere il piccolo gruppo prima che la bufera scoppiasse, faticava immensamente a tener testa ai soffi impetuosi che salivano da ponente, cacciandosi innanzi enormi masse di vapore.
Erano tutti assai inquieti, soprattutto Ranzoff il quale sapeva, per esperienza, di non poter contare assolutamente sulla resistenza delle immense ali della macchina volante.
Già enormi masse di vapori nerastri avevano avvolta la cima dell’Inaccessibile e si abbassavano verso Tristano e l’isolotto di Nichtingale, minacciando di coprirli interamente e di nasconderli agli sguardi dei naviganti aerei.
Raffiche furiose di quando in quando si succedevano ed erano così possenti da gettare fuori di rotta lo Sparviero e da paralizzare le sue eliche.
Anche l’oceano cominciava ad agitarsi. Le onde si formavano rapidamente, assumendo la forma di veri cavalloni i quali infuriavano specialmente intorno alla base dell’Inaccessibile con dei rombi spaventevoli.
— È un vero ciclone quello che sta per scoppiare, è vero comandante? — chiese Ranzoff a Boris.
— Sì, — rispose l’uomo di mare, il quale appariva assai preoccupato. — Questa è la regione delle grandi tempeste.
— Che cosa mi consigliate di fare?
— Di cercare un rifugio su Nichtingale, prima che l’uragano ci piombi addosso con tutta la sua forza.
— Così la pensavo anch’io, comandante, — disse Ranzoff. — Gli è che il vento minaccia di respingerci al largo e che temo assai per le mie ali.
— Eppure non vi resta altro da fare. La vostra macchina sviluppa la massima pressione?