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164 Capitolo XIV.


foche, vi si fermò fino all’Aprile dell’anno seguente, raccogliendo più di seicento pelli e caricando il suo legno d’olio. Ancora nessun essere umano aveva pensato a stabilirsi su quelle terre perdute in fondo all’Atlantico meridionale, quantunque l’Inghilterra ne avesse preso possesso.

Nel 1811 però, un disertore americano vi si stabilisce insieme a due suoi compagni e fa, per prima cosa, un editto, col quale si proclama senz’altro proprietario dell’isola e dei due isolotti vicini.

Che cosa poi sia successo di quei robinson dell’Atlantico nessuno lo seppe mai. Il fatto è che non furono più trovate tracce nè del re, nè dei suoi due sudditi.

Nel 1816, quando il governo inglese, per tema d’una fuga del grande Napoleone, relegato allora a Sant’Elena, fece occupare il gruppo da una compagnia di soldati di marina, un uomo solo e molto vecchio abitava Tristan, ed era un italiano.

Il disertore americano, proclamatosi primo re dell’isola, era scomparso. Era stato ucciso? Può darsi.

Nel 1821, il governo inglese, morto Napoleone, ritirava la piccola guarnigione, ma alcuni soldati rimasero nell’isola, fra i quali il caporale Glass che assunse subito il pomposo titolo di governatore generale.

Non aveva che sei sudditi, comprese due meticce del capo di Buona Speranza.

La colonia accennava a deperire per mancanza di abitanti, quando ecco che nel 1865 un pirata di Nuova Orleans, che nella guerra di Secessione aveva fatto un certo numero di prigionieri, li sbarca bruscamente a Tristano.

Terminata la guerra, una nave americana, avendo saputo quel fatto, approda a Tristano per imbarcarli, ma le viene risposto con un reciso rifiuto da parte della popolazione, sedotta ormai dalla libera semplicità della vita e niente affatto attratti dalla nostra pretesa civiltà.

Avevano ormai rinunciato volontieri agli agi della vita, alle ricchezze, ai beneficî della civiltà, per non rinunciare alla libertà per quanto miserabile, povera, sprovvista di beni materiali. Oggi l’isola conta novantanove persone le quali non hanno, col resto del mondo, altre comunicazioni che quelle dovute alla fortuna, quando cioè passa di là qualche vascello baleniere o vi si rifugia qualche bastimento sbattuto dalla tempesta.

Eppure gli abitanti di Tristano non pensano affatto ad approfittare del passaggio d’un bastimento per passare sui continenti. Essi amano