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150 Capitolo XIII.

CAPITOLO XIII.

Una pesca straordinaria.

Cominciando i viveri a scarseggiare, poichè lo spazio ristretto del fuso non aveva permesso di aumentare troppo le provviste, anche per non rendere la macchina volante troppo greve, fu deciso di fare una breve fermata su quelle sterminate praterie galleggianti, le quali sono, ordinariamente, ricchissime di pesci.

Avendo Ranzoff dell’aria liquida sempre a sua disposizione ed in grande quantità, sapeva gelarli e conservarli per dei mesi, senza che corressero alcun pericolo di corrompersi, potendo ottenere delle temperature estremamente basse.

Dopo un furioso doldrum, ossia un acquazzone violentissimo che scoppia di sovente nelle regioni equatoriali dell’Atlantico e che ha una durata non superiore a quindici o venti minuti, lo Sparviero discese dolcemente in mezzo ai sargassi, in un luogo ove si presentavano così folti da poterlo sostenere comodamente.

Per maggior precauzione il capitano fece affondare un’àncora, non già colla speranza che toccasse il fondo, essendo i sargassi immensamente lunghi, quasi quanto i kelps che crescono intorno al continente australe polare.

I sei marinai dello Sparviero, dopo di essersi muniti di reti, scesero sulla prateria galleggiante, seguìti da Boris, da Wassili, da Rokoff e da Fedoro, armati di fucili, desiderosi di sparare alcuni colpi contro gli uccelli marini che si mostravano numerosi in quel luogo.

Ranzoff e Liwitz erano invece rimasti a bordo per esaminare le ali e le eliche, le quali potevano aver bisogno, dopo un così lungo viaggio ed uno sforzo così poderoso, di qualche riparazione.

I pesci non dovevano mancare in mezzo ai piccoli canali ed ai bacini formati dalle alghe, le quali si trovavano disperse in gruppi immensi, capricciosamente suddivisi.

— Lasciamo che i pescatori se la sbrighino da loro, — disse il capi-