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Sull'Atlantico | 149 |
Nel 1848 è la volta del Guntuo, il quale vomita due milioni di tonnellate di lave; nel 1861 è il terremoto che atterra quasi tutta la città di Gioegocarta, seppellendo mille abitanti e finalmente si scuote il Krakatoa il quale, scoppiando, produce un maremoto così formidabile che spazza via centomila persone, annegandole in mare e fa scomparire un immenso tratto di costa assieme alle città ed ai villaggi che vi erano sopra.
— Allora qualche cosa di simile deve essere avvenuto sull’Atlantide, — disse Wassili.
— Sì, fratello, ma più tremendo di certo, e può darsi che l’inabissarsi di quel continente abbia anche prodotto il famoso diluvio universale. Figuratevi che enorme ondata deve essersi rovesciata attraverso l’Europa, l’Africa e l’America!...
— Un cavallone tale da cambiare la faccia al mondo. Vi è pericolo che si rinnovi?
— In tali proporzioni, no di certo, — rispose Boris, — perchè i fuochi della terra hanno ormai perduto molto della loro forza e non sussistono al giorno d’oggi che pochi vulcani.
Può darsi che l’immersione dell’Islanda, per esempio, produca danni enormi sulle coste settentrionali e anche occidentali dell’Europa, ma noi allora non saremo più nel numero dei viventi, quindi non dobbiamo preoccuparcene. È cosa che riguarda i nostri tardi pronipoti e penseranno essi a premunirsi da quel pericolo. —