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144 | Capitolo XII. |
Quelle terre, disseminate su un vasto spazio, a circa quattrocento ottanta chilometri dalla costa africana, sono in numero di quattordici, ma solamente due hanno una estensione considerevole: San Tommaso con diciottomila abitanti e Principe con tremila.
Godono, come clima, una pessima fama, anzi vengono chiamate le tombe degli europei, perchè gli uomini di razza bianca difficilmente possono sopportare quelle temperature ardentissime che di notte, cosa strana, diventano invece freddissime, esponendo a gravissime malattie coloro che commettono l’imprudenza di dormire all’aperto, senza aver prima stesa almeno una tenda sopra di loro.
Tuttavia, quantunque le piogge vi siano rarissime, sono d’una fertilità prodigiosa e l’uva vi matura due volte all’anno.
Qualche giorno dopo, lo Sparviero incominciava ad incontrare i primi sargassi, i quali si trovano in grandi masse nell’Atlantico centrale, condottivi dalla corrente del Gulf-Stream.
Queste alghe, che avevano tanto spaventato gli equipaggi delle caravelle spagnole, quando Colombo veleggiava alla scoperta dell’America, sono ciuffi erbosi staccati, che hanno una lunghezza che varia dai trenta agli ottanta centimetri, composti d’una fronda bruna ramificata, composta di foglie lanceolate e sostenuta da vescichette.
Ora s’incontrano in masse sparse, ora invece formano dei veri campi, i quali però non possono fermare le navi, ma bensì rallentare la loro corsa.
Queste piante crescono e si moltiplicano straordinariamente dentro il circolo formato dalle correnti del Gulf-Stream, occupando una estensione di duecentosessanta miglia quadrate, con una larghezza di cinquanta a centocinquanta miglia e una lunghezza di milleduecento.
Pesci numerosi vivono in mezzo a quelle alghe, soprattutto miriadi di antennarius, piccoli, piatti, deformi, con bocche larghissime, non più lunghi di quaranta millimetri, inoltre vi sono grandi quantità di cefalopodi, di minuscoli octopus rossastri e di grossi e avidi granchi i quali, appiattati fra le erbe, fanno vere stragi dei loro vicini.
— Quale effetto produce la nostra macchina volante in mezzo a tutte queste erbe! — disse Wassili a Boris ed a Ranzoff, i quali spiavano attentamente i granchi che si muovevano a migliaia fra le foglie dei sargassi. — Si direbbe che scivola sopra un immenso prato.
— Vuoi dire sui prati dell’Atlantide, — disse l’ex-comandante della Pobieda. — Noi in questo momento passiamo sopra al continente scomparso.