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12 | Capitolo I. |
piombo. Ti ho già dato una prova della mia fedeltà esponendo il fanale verde.
E poi un giorno sono stato anch’io un politico, come il colonnello Starinsky e quando ho potuto aiutare qualcuno a fuggire non mi sono mai tirato indietro.
— A quando l’esecuzione?
— Allo spuntare del sole, signore.
— Quanti cosacchi vi sono?
— Trenta qui dentro e otto al di fuori in sentinella.
— Sette, — corresse Wassili. — Uno l’abbiamo spacciato or ora, per giungere qui inosservati. Gli altri politici sono pronti a prestarci man forte?
— Tutti, purchè tu, signore, non ti dimentichi di loro.
— Saranno tutti liberi, — rispose Wassili. — Quanti sono?
— Una settantina.
— Berranno i cosacchi? Abbiamo portato con noi una cinquantina di litri di votka.
— Quando un figlio della steppa sente l’odore dell’alcool non resiste più — rispose il carceriere. — Non si fermerebbe nemmeno dinanzi alla mitraglia.
M’incarico io di offrire loro una colossale bevuta, che li lascerà morti per quarantotto ore.
— Ed il colonnello dove si trova?
— Nella cella dei condannati a morte.
— Non si potrebbe tentare un colpo di mano?
— Coi cosacchi che non hanno ancora bevuto? No, signore, e poi il capitano veglia in una stanza attigua e credo che si prepari ad interrogarlo, poichè ha dato già l’ordine di svegliare il condannato.
— Chi ha formato il Consiglio di Guerra?
— Il capitano e il maresciallo d’alloggio.
— Canaglie!... E si uccide un valoroso in questo modo! — esclamò Wassili con voce sorda. — È una delle anime dannate del barone quel capitano Stryloff. Anche noi però abbiamo pronunciata una condanna di morte e l’eseguiremo, è vero, amici?
— Sì, signor Wassili, — risposero ad una voce i sei marinai.
— Conducici nella stanza dei politici, — proseguì il vecchio, rivolgendosi a Bedoff. — Poi ti occuperai subito dei cosacchi.
Vi sono sentinelle alla porta?