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Sull'Atlantico 137


Il loro corpo è tutto coperto di spine, d’un colore biancastro a macchie violacee, e quando il pesce s’irrita diventa sempre più grosso.

In mezzo a quei singolarissimi pesci si vedevano ballonzolare leggiadramente anche numerose conchiglie di nautilo, dai margini di madreperla, cogli otto tentacoli arrotolati, spiegati al vento come minuscole barchettine.

Di quando in quando però fra i diodon ed i loro amici si manifestava un improvviso panico. I primi si sgonfiavano rapidamente e si lasciavano andare a picco; i secondi ripiegavano rapidamente i loro tentacoli e capovolgevano le conchiglie, sommergendosi.

Se le alghe li proteggevano o meglio li nascondevano dai loro nemici acquatici, non li salvavano dai predatori dell’aria, dagli albatros dal becco robustissimo e dai quebranta huesos, o rompitori d’ossa, i quali piombavano dall’alto con fulminea rapidità, facendo, di quando in quando, numerose vittime. Svanito il pericolo però, diodon e nautilo ricomparivano, navigando di conserva, da buoni amici, finchè un nuovo assalto di quegli insaziabili uccellacci non li sgominava di nuovo.

— Qui si potrebbero fare delle pesche abbondanti, — disse Wassili, il quale seguiva, con vivo interesse, quei piccoli drammi marittimi. — Tu avrai delle reti, Ranzoff.

— Pescheremo quando saremo giunti nel mare dei Sargassi, — rispose il capitano. — Per ora viveri ne abbiamo in abbondanza ed ho fretta di allontanarmi da questi paraggi che sono ancora frequentati.

— Eppure si farebbero delle buone retate, — disse Boris. — L’oceano qui è profondissimo ed i pesci trovano un pasto abbondante. In questo momento noi passiamo sopra dei baratri così profondi, che vi starebbero comodamente entro le più alte montagne del globo senza vederne emergere la cima.

— Infatti ho udito narrare che fra la costa africana, le Canarie e le isole del Capo Verde vi sono delle voragini straordinarie, — disse Wassili.

— Non così profonde però come quelle che si trovano nell’Oceano Pacifico, — rispose l’ex-comandante della Pobieda. — Qui ve ne sono di quelle che misurano perfino novemila metri, mentre nel Pacifico si sono eseguiti dei sondaggi di quindicimila.

— E dire che anche qui sono riusciti, malgrado tali profondità, a deporre dei cavi telegrafici, — disse Ranzoff. — Quale rovina per una Compagnia, se uno di quei cavi, immersi a sette od ottomila metri di profondità dovesse spezzarsi!