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Un documento prezioso 133


ad una grande altezza, per non farsi scoprire dai nottambuli sempre numerosi, non ostante il freddo intenso che regna d’inverno intorno alla Neva.

Già due ore erano trascorse ed i figli dell’aria cominciavano a lamentarsi dell’eccessiva temperatura, quando Ranzoff, che aveva nuovamente esplorato l’orizzonte, disse:

— Eccolo: vedo lassù, in alto, un punto nero che si muove con estrema rapidità. Non può essere che il mio Sparviero. Quel Liwitz è veramente un bravo ragazzo e d’una puntualità meravigliosa.

— Che lo possano scorgere? — chiese Rokoff.

— Chi si occuperà, in un’ora così tarda, di guardare in alto? Fra le stelle non galoppano le troike montate dalle belle della capitale, — rispose Ranzoff, il quale non perdeva di vista, un solo istante, il punto nero che ingrossava rapidamente.

— Ursoff! Fa il segnale! —

Il marinaio, che portava quel nome poco simpatico, svolse un pezzo di tela impermeabile e levò tre razzi, mentre un suo compagno accendeva un pezzo di candela.

— Guardate se vi è nessuno sotto di noi, — disse Ranzoff.

Rokoff e Fedoro si curvarono sulla balaustrata, guardando nella via e scrutando tutte le finestre delle case vicine.

— Fa troppo freddo questa notte per passeggiare, — disse l’ufficiale dei cosacchi. — Scommetterei che perfino le guardie di polizia sono scappate in caserma per non vedersi gelare le barbe.

— Accendi, Ursoff, — disse Ranzoff.

Il marinaio diede fuoco al primo razzo, il quale salì altissimo, lasciandosi dietro una striscia fiammeggiante che aveva dei riflessi verdastri.

A quello ne seguirono due altri di diverso colore, lanciati a cinque minuti d’intervallo l’uno dall’altro.

In alto, in direzione della macchia nera, diventata ormai grossa, si vide brillare un punto rossastro che subito si spense.

— Liwitz ha risposto, — disse Ranzoff. — Fra pochi istanti lo Sparviero verrà a raccoglierci. —

La macchina volante s’avanzava con velocità fulminea.

— Un altro razzo, — disse Ranzoff. — Fra tante case potrebbe sbagliarsi, quel bravo Liwitz. —

Ursoff, che già teneva un altro razzo in mano, lo lanciò.

Lo Sparviero volteggiava in quel momento sopra le terrazze, cercando il luogo opportuno per posarsi.