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132 Capitolo XI.


piani, come già lo sono quasi tutti quelli che sorgono sulla Nevsky, che è una delle principali arterie della capitale russa.

— Cerchiamo di non destare l’attenzione del portinaio, — disse Fedoro. — Questi bricconi sono tutti spie della polizia.

— A quest’ora sarà pieno come un otre, — disse Rokoff. — Ho l’abitudine di regalargli ogni sera una bottiglia di votka perchè diventi perfettamente cieco e sordo. —

Possedendo la chiave del portone, i figli dell’aria salirono silenziosamente fino all’ultimo piano, entrando in un appartamentino ammobiliato elegantemente e le cui finestre prospettavano su un vasto terrazzo, coperto d’un denso strato di neve.

— Ecco quanto fa per noi, — disse Ranzoff, il quale aveva aperta un’imposta. — Lo Sparviero capiterà senza che nessuno se ne accorga. Se la polizia vorrà prenderci ci dia la caccia per aria. —

Cadevano tutti per l’eccessiva stanchezza. Fortunatamente l’appartamentino era abbastanza vasto ed i letti ed i divani non mancavano.

— Speriamo che domani sera la nebbia sia meno fitta e che Liwitz possa scorgere i miei segnali, — disse Ranzoff, dopo d’aver augurato a tutti la buona notte. — Il macchinista è un abile pescatore e ci farà assaggiare le trote del Ladoga. —

Nessuno turbò il loro sonno. L’indomani si guardarono bene dal lasciare l’appartamento, per non destare i sospetti del portinaio e subire una molto probabile visita della polizia, sempre in caccia di nichilisti dopo il barbaro assassinio d’Alessandro II.

Alla sera la nebbia, contro il solito, non calò. La giornata era stata freddissima ed aveva gelata completamente la Neva, troncando qualsiasi principio di evaporizzazione.

I figli dell’aria attesero le undici di sera prima di uscire sull’ampio terrazzo. Uno dei tre marinai dello Sparviero aveva portato i razzi per fare il segnale.

La luna era sorta dietro le alte cupole di Nostra Signora di Kazan e le stelle fiorivano a milioni e milioni in cielo.

Era quindi facile, per chi fosse stato attento, distinguere un uccellaccio delle dimensioni dello Sparviero.

Ranzoff, munito d’un binocolo datogli da Fedoro, interrogava ansiosamente tutti i punti dell’orizzonte.

Liwitz a quell’ora doveva aver già sospesa la pesca delle trote e muoveva a grande velocità verso la capitale russa, mantenendosi certo