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124 Capitolo X.


guardo verso di voi, domani sera la sentenza di morte verrebbe egualmente eseguita da Pugno di ferro.

Ritornate nella sala, signori! Ogni nostro rapporto, da questo momento, è finito.

Per noi non siete che degli stranieri. —

La voce del capo era diventata improvvisamente minacciosa e dura. I suoi satelliti guardavano già in cagnesco i figli dell’aria ed avevano impugnate risolutamente le rivoltelle.

Boris e Wassili guardarono ansiosamente Ranzoff.

— Sono affari che riguardano loro, — rispose il capitano dello Sparviero, che non voleva imbarazzarsi con quelle pericolose canaglie. — Andiamo a leggere questa lettera che può darci delle preziose informazioni. —

Wassili fece nondimeno un ultimo tentativo:

— Noi, che siamo stati le vittime di quest’uomo, abbiamo già perdonato. Siate generosi anche voi. —

L’atman fece col capo un energico gesto negativo.

— Io devo rispondere al consiglio della gaida delle mie azioni, — disse poi. — Quest’uomo è stato condannato e morrà.

Se lo graziassi, domani sera non sarei più vivo io.

Andate, signori: fra noi e voi tutto è finito.

— Andiamo, amici, — disse Ranzoff. — Perdereste inutilmente il vostro tempo. —

Volsero le spalle alla vasca e rientrarono nel salotto, senza che gli Hoolygani rivolgessero loro una sola parola.

L’acqua continuava a scrosciare entro il vasto bacino di marmo con un fragore funebre.

Il disgraziato intendente, che la vedeva salire, urlava disperatamente e si dibatteva furiosamente, tentando, senza però riuscirvi, di aggrapparsi ai grilletti per chiuderli.

L’atman, Pugno di ferro ed i quattro Hoolygani assistevano impassibili a quella straziante agonia, senza che un muscolo dei loro visi trasalisse.

Non doveva essere la prima volta che assistevano a così spaventevoli vendette.

L’acqua aumentava sempre e dei ghiacciuoli si formavano rapidamente intorno al disgraziato intendente il quale, visti inutili i suoi tentativi per commuovere quei terribili vendicatori, si era rifugiato in un angolo della vasca, ruggendo come una belva feroce presa al laccio.