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Un uomo gelato vivo 123


— Scendi, — disse Wassili all’intendente. — Noi non ce ne andremo da qui finchè non avremo nelle nostre mani quella preziosa lettera.

— E poi, che cosa farete di me?

— A questo penserà il capo degli Hoolygani. —

Stossel si tolse la larga fascia di pelle che gli cingeva i fianchi a più giri e, dopo di averla assicurata all’antenna sostenente la lampada elettrica, si calò, brontolando e bestemmiando, nella vasca.

Giunto nel fondo afferrò un anello di ferro e sollevò una lastra di marmo, facendo saltare il leggiero strato di ghiaccio che la copriva.

Un largo foro subito apparve, di forma circolare, entro cui cacciò una mano frugando per qualche istante.

— Eccola, — disse con rabbia, mostrando una grossa busta. — E che siate maledetti!... —

Boris l’afferrò avidamente, intanto che l’atman, senza che alcuno se ne accorgesse, ritirava d’un colpo la cintura di pelle che aveva servito all’intendente per calarsi nella vasca.

L’ex-comandante della Pobieda aveva gettato uno sguardo sulla busta ed un grido gli era sfuggito, un grido che tradiva una profonda sorpresa.

— Datata da Tristan de Cunha! — aveva esclamato. — Da bordo della Lena!

Un urlo aveva risposto a quell’esclamazione, un urlo spaventoso.

L’atman aveva aperti i due rubinetti e due getti d’acqua terribilmente fredda cadevano addosso all’intendente.

— Che cosa fate? — chiesero Boris, Ranzoff e Wassili, stupiti.

— Gli Hoolygani compiono una delle loro vendette, — rispose tranquillamente il capo della gaida.

— Quel miserabile vi ha mandati in galera, pur sapendovi innocenti, per far piacere al suo padrone e per carpirgli chissà quale somma e per colmo d’infamia ha gettato su di voi l’accusa di far parte d’una banda di ladri.

Tali birbanti non hanno il diritto di vivere.

— E l’uccidete? — chiese Wassili.

— La gaida lo aveva già precedentemente condannato.

— Vi chiediamo la sua grazia, — disse Boris.

— È inutile, signori. Noi abbiamo reso a voi un servigio prezioso; lasciate che gli Hoolygani compiano le loro vendette, senza intromettervi negli affari della gaida.

D’altronde anche se io, in questo momento, lo graziassi per un ri-