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74 | Capitolo undicesimo |
— Andremo a nasconderli in qualche fitta macchia; poi domani verremo a cercarli.
— E le pantere ed i gattopardi?...
— Speriamo che li risparmino; noi non possiamo fare di più. Arma il fucile ed attendimi. —
Passò nella cucina, aprì la porta con precauzione ed uscì inoltrandosi nella foresta. La sua assenza durò pochi minuti, e quando ritornò sembrava lietissimo.
— I pirati si sono allontanati ed ho trovato un luogo dove nascondere i nostri compagni, al sicuro anche dai denti delle belve. Seguimi, Than-Kiù, apri bene gli occhi e fa’ fuoco su qualunque persona vedi. —
Afferrò Pram-Li e lo sollevò con tutta facilità, essendo dotato d’una forza erculea, poi uscì seguìto dalla giovanetta che teneva il fucile imbracciato, per essere pronta a difendere i compagni.
Il chinese lasciò la macchia, scese la riva del fiumicello, entrò nella corrente tenendo ben alto Pram-Li, essendo l’acqua profonda più di un metro e mezzo, e si diresse verso un’isoletta boscosa che sorgeva trenta passi più innanzi.
Depose il compagno in mezzo ad un macchione di banani selvatici, le cui foglie gigantesche erano più che sufficienti per nasconderlo agli sguardi più acuti, poi tornò sollecitamente nella capanna e vi trasportò Sheu-Kin. Durante quella gita i due poveri addormentati non avevano fatto il più piccolo gesto, il che provava che la dose d’oppio somministrata loro dall’astuto pescatore, doveva essere stata ben forte per ridurli in quello stato.
Ciò fatto, Hong raggiunse Than-Kiù che era rimasta sulla riva, e le disse:
— Ora possiamo partire. I gattopardi e le pantere nere hanno troppa paura dell’acqua per andarli a divorare su quell’isoletta. Domani verremo a riprenderli ed a pagare con del buon piombo l’ospitalità di quel brigante di pescatore. Sta’ sempre vicina a me, Than-Kiù, e non temere. Se sarà necessario mi farò uccidere, ma tu non cadrai nelle mani dei pirati.
— Grazie, Hong — rispose la giovanetta. — Tu sei un valoroso. —
Un lampo d’orgoglio brillò negli occhi del chinese, udendo quelle parole uscire dalle labbra della sorella dell’eroe degli uomini gialli.
— Sì, — diss’egli, — mi farò uccidere, ma tu giungerai alla tow-mêng. —
Si mise il fucile sotto il braccio, dopo d’aver cambiata la cartuccia per tema che l’umidità della notte l’avesse guastata, e fece cenno alla giovanetta di tenersi presso di lui dicendo: