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Il naufragio della cannonniera 3


— Hang... Romero!... —

Pram-Li e Sheu-Kin si erano alzati scambiandosi uno sguardo angoscioso. Erano due uomini ancor giovani, anzi il secondo era giovane assai, a dir molto poteva contare vent’anni.

Il primo era un giovanotto di venticinque o ventisei anni ed anche a prima vista lo si riconosceva per un discendente di quella fiera razza malese che ha invaso ormai tutte le isole del Mar Giallo.

Aveva larghe spalle, petto ampio, braccia assai lunghe e muscolose, statura piuttosto inferiore alla media, e quantunque sembrasse così massiccio, doveva possedere quell’agilità straordinaria di cui sono dotati i suoi compatrioti, agilità che ha dato loro la fama di essere i più lesti marinai del mondo.

La sua pelle era assai fosca, con certi riflessi color mattone smorto; i suoi capelli nerissimi e crespi, gli occhi piccoli e vivi, ardenti, il naso un po’ piatto, le labbra carnose.

Tutto il suo vestito si riduceva ad una camicia di cotonina rossa ed ad un paio di pantaloni bianchi, e alla cintola portava l’inseparabile kriss, quel pugnale dalla lama serpeggiante che nessun malese mai abbandona, nemmeno quando dorme.

L’altro era invece un giovane chinese dal corpo esile, nervoso, dalla pelle giallo-cupa, dagli occhi assai obliqui, dal cranio in parte rasato e adorno d’una lunga coda che teneva arrotolata attorno al capo.

Quantunque non si trovasse più nel suo Celeste Impero, non aveva rinunciato al costume nazionale ed indossava ancora quell’ampia casacca di cotone azzurro a fiorami, dalle ricche maniche, chiamata pu-saice, e gli ampi calzoni che formano sul centro come una doppia piega, e calzava quella specie di zoccoli dall’alto suolo di feltro e dalla punta larga e rialzata.

Entrambi, dopo essersi guardati a lungo si erano accostati ad una porta ed ascoltavano con profondo raccoglimento, ma non avevano udito nessun altro nome. Tendendo però attentamente gli orecchi, avevano raccolto un lungo sospiro.

— Povero Fiore delle perle!... — mormorò Sheu-Kin, il cui viso si era fatto triste. — Sogna di loro.

— E forse non li dimenticherà mai — disse il malese. — Ti ha mai parlato di quella terribile notte?...

— Mai, Pram-Li, ella ancora ignora cosa sia accaduto dopo che Hang-Tu è stramazzato al suolo, sotto le palle degli spagnuoli, però l’ho udita sovente, nel suo delirio, ripetere con voce terribile la fiera frase lanciata da suo fratello dinanzi al fuoco dei soldati «Io sono Hang-Tu, il capo degli uomini gialli e delle società segrete!...