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60 Capitolo nono


— Quell’uomo la sa molto lunga, ed ormai ho la convinzione che abbia preso parte all’abbordaggio. A suo tempo noi lo faremo cantare, Than-Kiù.

— Non lo lascerai libero?...

— No, fanciulla. Giacchè abbiamo avuto la fortuna di porre le mani su uno degli autori dell’abbordaggio, non lo lasceremo andare così presto.

— Dunque tu credi che sia un pirata?...

— Sono certo di non ingannarmi.

— Non ci tenderà un agguato?...

— Lo spererà forse, come cercherà di far sorprendere la tow-mêng.

— Oh!...

— Sì, Than-Kiù. Io non l’ho mai perduto d’occhio un solo istante e l’ho veduto guardare attentamente l’armamento della giunca. Se egli è furbo, io lo sono di più.

— Ci guiderà dove trovasi il rottame della Concha?...

— E perchè no?... Forse sta nel suo interesse allontanarci dalla tow-mêng, ma al primo sospetto lo accoppo col calcio del fucile. Eh!... —

Il malese, che fino allora era stato silenzioso, in quel momento aveva ripresa la barbara canzone che cantava quando scendeva il fiume, destando l’eco dei boschi. Era una serie di acuti così formidabili da fare invidia ad un tenore, però aspri, strani.

Hong si era alzato colla fronte corrugata.

— Perchè canti, — gli chiese. — Poco fa dicevi che non era prudente percorrere il fiume per tema dei pirati, ed ora urli come un indemoniato, come se tu avessi l’intenzione di far sapere a loro che qualcuno sale queste acque.

— Mi conoscono tutti su queste rive, — rispose il malese.

— Ma noi no. Chiudi il becco e lascia urlare le scimmie. —

Il malese alzò le spalle, non riprese più la canzone e tornò a sdraiarsi a prora. Hong che lo osservava sempre, lo vide intento a guardare le due rive con grande attenzione.

— O m’inganno od in breve vedremo qualche cosa, — mormorò l’astuto chinese.

La canoa, sempre favorita dall’alta marea, continuava intanto a salire celeremente il fiume, il quale conservava sempre una larghezza ragguardevole.

Le due rive erano coperte di folti boschi formati di palme d’ogni specie, che intrecciavano confusamente le loro gigantesche foglie piumate, di altissimi durion carichi di squisite frutte, armate di spine formidabili; di colossali teck che torreggiavano sopra tutti, di ebani,