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La foce del Talajan | 57 |
— Venite a vendicarli?...
— Per Fo e Confucio!... — esclamò Hong, che conoscendo pure il malese, non aveva perduto una sillaba di quell’interrogatorio. — Pare che il nostro uomo sappia molte cose a proposito della Concha. Sii prudente, Tseng-Kai.
— Non temere, — rispose il vecchio marinaio.
Quindi guardando il malese che lo fissava sempre, disse:
— Non siamo venuti a vendicare nessuno, anzi non abbiamo alcun interesse ad occuparci degli spagnuoli che la montavano. Gli uomini bianchi non sono nostri amici, e tu, che sei malese, non dovresti ignorarlo.
— Cosa vuoi sapere adunque?...
— Semplicemente dove si è arenata la cannoniera.
— Ma perchè?...
— Per soddisfare il desiderio d’una persona, che pare abbia interesse a sapere se si è perduta qui o sulle coste meridionali dell’isola.
— Per poi vendicare gli uomini che la montavano?... — insistette il malese, il cui viso si rannuvolò.
— Questo squalo d’acqua dolce non ha la coscienza tranquilla, — disse Hong a Than-Kiù. — Deve aver preso parte all’abbordaggio.
— Guai a lui, — rispose la giovanetta, mentre un cupo lampo le brillava negli occhi.
Tseng-Kai aveva ripreso intanto l’interrogatorio.
— Ti ho detto che nessun pensa a vendicare quegli uomini bianchi, anzi la persona che m’ha qui mandato, sembra che avesse da guadagnare qualche grossa eredità per la scomparsa d’uno di quegli uomini.
— Ti comprendo, — rispose il malese, sforzandosi a sorridere.
Poi, dopo qualche istante di silenzio, riprese:
— Se t’indicassi dove si è arenata, tu mi dai un kriss, del sam-sciù e del tabacco, è vero?
— Sì.
— Ebbene: è su questo fiume che si è naufragata.
— E dove?...
— Lassù, — rispose il malese, indicando l’alto corso. — Il mare era terribile il giorno in cui la nave fumante comparve su queste coste e sconvolgeva anche la foce del Talajan, sicchè gli uomini bianchi, per salvarsi, risalirono per buon tratto la corrente.
— E si arenarono?...
— Su di un grande banco di sabbia.
— E poi?... —