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La foce del Talajan 55


— No, ma sei un mozzo così bello, che se fossi un capitano di nave ti rapirei subito, — rispose Hong. — Hai avuto una splendida idea, fanciulla mia.

— Allora partiamo. —

Stavano per lasciare la giunca, quando Tseng-Kai, che da qualche istante pareva che ascoltasse con profondo raccoglimento, li arrestò con un gesto della mano.

— Cosa vuoi? — chiese Hong, sorpreso.

— Ascolta, — rispose il vecchio chinese.

Il capo del Giglio d’acqua e Than-Kiù, tesero gli orecchi, e non udirono altro che le grida formidabili d’una banda di siamang, orribili scimmie assai comuni in tutte le isole malesi e che essendo fornite d’un gozzo enorme che gonfiano a volontà, fanno un baccano assordante.

Ascoltando però con maggior attenzione, parve loro di distinguere anche una voce umana, la quale echeggiava verso l’alto corso del fiume. Pareva che un uomo scendesse la corrente, cantando a piena gola una barbara canzone.

— Qualche pescatore? — chiese Hong a Tseng-Kai.

— Lo sapremo presto, — rispose il chinese.

— Un simile incontro può essere una fortuna, — disse Than-Kiù.

— Od un pericolo, — rispose il vecchio chinese.

La voce umana si avvicinava. Era una voce robusta che talora vinceva perfino le grida assordanti delle siamang, e che dinotava come il suo possessore avesse dei polmoni di ferro.

Tseng-Kai che ascoltava sempre, riuscì a capire alcune parole del cantore.

— È un malese, — disse.

In quell’istante alla svolta del fiume comparve una barca scavata nel tronco d’un albero, montata da un uomo quasi nudo, poichè non aveva che un semplice pezzo di calicot stretto alle anche, ed un fazzoletto annodato attorno al capo.

Era un individuo di statura piuttosto bassa e tarchiata, colla pelle assai abbronzata, che aveva delle sfumature rossastre, con braccia e gambe muscolose. I suoi lineamenti, tutt’altro che belli con quel naso appiattito, quella bocca assai larga, quegli zigomi assai sporgenti, e quegli occhi piccoli che avevano un non so che di tetro, bastavano, anche a prima vista, per riconoscere in lui un malese.

Trovandosi bruscamente dinanzi alla giunca, alzò i remi che teneva in mano e guardò sospettosamente gli uomini che la montavano, poi fece un rapido gesto, come se volesse afferrare una di quelle pesanti lame, ben affilate, chiamate bolos, che teneva sul bordo della barca,