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La foce del Talajan 51


indipendenti, rette da una moltitudine di piccoli capi stretti fra di loro in lega.

Nell’interno vi sono invece popoli assolutamente barbari, specie di negri somiglianti agli igoroti ed ai negriti delle Filippine, viventi quasi sempre in guerra fra di loro e tribù sanguinarie che pare non abbiano altra passione che di fare raccolta di crani umani, uccidendo qualunque persona che ha la disgrazia di cadere fra le loro mani.

Se gli abitanti sono feroci ed inospitali, specialmente quelli che non si trovano a contatto col mare, l’isola invece è una delle più splendide della Malesia, ricca di comodi porti che possono offrire un rifugio alle più grosse navi; di fiumi di corso anche ragguardevole come il Rio Grande, il Butuan, l’Alugan ed il Davao; di laghi vastissimi fra i quali meritano menzione il Maguindanao, il Linguasan ed il Butuan e di alte catene di montagne, fra le quali le più notevoli sono quelle di Apo che formano l’ossatura centrale dell’isola, di Dicalungan, di Rangayano e di Sugut.

Poche isole hanno boscaglie così immense, quasi vergini, come quella di Mindanao, ricche di tutte le piante che crescono nella Malesia ed abitate da grande copia di selvaggina. Si può dire che ben poco costa il vivere ai suoi abitatori, poichè i preziosi alberi del sagù, che crescono senza coltura, forniscono loro il pane per tutto l’anno con pochissima fatica, i boschi selvaggina d’ogni specie ed i fiumi pesci in enormi quantità.

Ma, come dicemmo, la vita è tutt’altro che comoda per quegli abitanti, specialmente per le tribù dell’interno, in causa delle atroci guerre che si fanno, guerre d’esterminio che durano da secoli e che mantengono il numero della popolazione quasi stazionario.

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La tow-mêng, avvistata la costa, aveva calate parte delle sue grandi vele di giunco per procedere più lentamente, sapendo Tseng-Kai che numerosi sono i banchi di sabbia e gli scogli di natura corallina che si estendono dinanzi a quelle spiagge.

Avendo riconosciuta, verso il sud, la punta Tapian, il vecchio chinese mise la prora verso il nord per poter giungere nei pressi del Rio Talajan, alla cui foce, secondo le informazioni del colonnello spagnuolo, la cannoniera erasi arenata.

Hong e Than-Kiù volevano, innanzi a tutto, visitare il luogo ove i pirati avevano assalito la piccola nave a vapore, per avere la certezza di non prendere un’altra via, prima d’inoltrarsi nell’interno. Speravano inoltre d’incontrare qualche pescatore costiero o qualche abitante che potesse fornire loro qualche indicazione sui pirati che avevano preso parte all’abbordaggio.