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Un colonnello generoso | 37 |
Capitolo VI
Un colonnello generoso
L’uomo che era entrato era un vecchio colonnello che doveva aver varcato già da tempo la cinquantina, con una lunga barba quasi bianca, la pelle assai abbronzata, lo sguardo vivo e l’aspetto ancora marziale.
Doveva essersi appena alzato poichè non aveva cinto la sciabola ed aveva ancora i capelli arruffati.
Vedendo la giovane chinese parve sorpreso. S’arrestò presso la porta, guardandola con una viva curiosità, nell’atteggiamento d’un uomo che cerchi di richiamare alla memoria del lontani ricordi, poi si avvicinò frettolosamente a Than-Kiù, la prese per un braccio e traendola presso la finestra per meglio vederla in viso, esclamò con viva sorpresa:
— Voi!... Qui!...
— Mi riconoscete, colonnello?... — chiese la giovanetta, esponendo il bellissimo viso alla luce dell’aurora.
— Sì, — rispose il vecchio soldato. — Non si dimentica una fanciulla valorosa come voi, che ho veduto battersi come i più prodi soldati la notte in cui assalivo gli ultimi difensori di Malabon e che poi resi libera. Ah!... La campagna dell’insurrezione è stata tremenda, ma quanti nobili eroismi ho veduto compiersi da ambo le parti dei combattenti!... Sì, vi riconosco: voi siete quella fanciulla che don Romero Ruiz salvò da una certa morte, mettendo la sua vita nelle mie mani. Voi siete infine la sorella del fiero capo degli uomini gialli, di Hang-Tu.
— Non vi siete ingannato, colonnello.
— Che cosa fate qui voi?... Vi credevo morta o moribonda.
— Sono guarita dalla ferita che mi hanno fatto i vostri compatrioti, lo vedete.
— Lo vedo, e sono ben lieto che siate ancora viva. —
In quell’istante si udì bussare alla porta.
Il colonnello fece un gesto di stizza, poi disse:
— Entrate. —
Un sergente aprì cautamente la porta e dopo d’aver salutato militarmente il comandante, disse:
— Una delle due scialuppe che inseguivano quel veliero è ripassata or ora, tornando verso Manilla.