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32 Capitolo quinto


Le guardie erano ancora lontane, però potevano con le loro grida o con qualche segnale richiamare l’attenzione delle sentinelle del forte o di qualche cannoniera o torpediniera, e la presenza di quei nuovi avversari era da temersi con una veliera del genere della tow-mêng.

— Temo di esporvi tutti a dei brutti rischi, — disse Than-Kiù, che guardava le due scialuppe.

— Bah!... Non inquietarti per noi, — rispose Hong. — Siamo tutti uomini di guerra che abbiamo combattuto sui campi dell’insurrezione.

— E noi uomini di mare abituati ai pericoli ed a combattere coi pirati malesi, — disse il vecchio chinese. — I miei marinai non hanno paura.

— E se venite presi?...

— Cercheremo di non farci prendere, Than-Kiù, — disse Hong. — Se questo vento non cessa, fra due ore noi avremo oltrepassato l’isola, è vero... come ti chiami?

— Tseng-Kai — disse il vecchio.

— In mare nulla avremo da temere, è vero Tseng-Kai?...

— Daremo battaglia alle scialuppe e le manderemo a picco. Ho a prora un cannone che lancia palle da quattro libbre e con grande precisione. Con quel pezzo io ho disalberato un bel numero di prahos malesi che credevano di catturare la mia tow-mêng, come se fosse una povera barcaccia.

— Ma poi non potresti più tornare a Manilla, — disse Than-Kiù.

— Che importa?... Preme a te di tornare a Binondo?...

— No, poichè devo recarmi a Mindanao.

— Ci andremo anche noi. Posso trovare dei buoni carichi in quell’isola — soggiunse il vecchio, allontanandosi da loro.

— Ecco una buona occasione, Than-Kiù, per compiere il tuo progetto, — disse Hong. — Io, a nome della società, noleggerò per te questa giunca. Lo vuoi?... Il Giglio d’acqua molto deve al valoroso suo capo, morto eroicamente per la libertà delle isole e alla sua non meno valorosa sorella. Questo chinese può, meglio di qualunque altro forse, condurti dove vuoi andare, ed aiutarti.

— Sia, — rispose Than-Kiù. — Ma... accetterà?...

— M’incarico io di combinare ogni cosa, quando saremo fuori di pericolo.

— E le armi e le munizioni che doveva consegnare agl’insorti?...

— Le farò sbarcare in qualche punto della costa e penserò io a mandarle a destinazione. Toh!... Siamo di già dinanzi al forte di Cavite!... Attenti che le due scialuppe non facciano dei segnali. Ehi, Tseng-Kai, tieni la giunca al largo più che puoi. Non bisogna fidarsi delle palle di quei cannoni; sono troppo pesanti pei nostri petti. —