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30 | Capitolo quarto |
— Tu hai delle armi? — chiese Hong.
— Ho quattro casse di fucili, sei di munizioni ed una di granate che dovevo consegnare ad una banda d’insorti che m’attendono alla punta di Luzon.
— Benissimo: intanto le proveremo noi, se gli spagnuoli vorranno darci la caccia.
— Ce la dànno di già, — disse Pram-Li, che stava sempre al timone. — Guarda verso il molo. —
Hong, il vecchio chinese e Than-Kiù guardarono nella direzione indicata e videro scivolare sul mare, che la luna illuminava come fosse d’argento fuso, due masse nere ed allungate le quali spiccavano nettamente sulla bianca gettata di Binondo.
Quantunque la giunca si trovasse a mezzo miglio di distanza, i due chinesi e Than-Kiù s’accorsero che quelle due scialuppe, poichè erano tali, portavano un buon numero di remiganti e parecchi soldati armati di fucili.
Uscite dal ginepraio di barche, di giunche, di prahos, di padiwakan e di navi che ingombravano il molo, avevano preso rapidamente il largo, puntando sulla tow-mêng.
— Non c’è da ingannarsi, — disse Hong. — Si preparano a darci la caccia per impedirci di lasciare la baia. Corre bene la tua giunca?...
— È una veliera veloce, — rispose il vecchio chinese.
— Credi che usciremo in mare prima che ci raggiungano?... Sono risoluto a dare battaglia alle due scialuppe, ma fuori di portata dei cannoni del forte di Corregidor. In pieno mare non le temo.
— Il vento è buono e non ci raggiungeranno prima di tre ore.
— Chiama allora i tuoi uomini in coperta e fa’ aprire le casse delle armi. —
Poi volgendosi verso Than-Kiù:
— Un combattimento in mare non t’inquieta, è vero, mia valorosa?
— Ne ho provato uno dinanzi a Malabon e quello era ben più tremendo, poichè avevamo contro di noi una intera flottiglia di cannoniere — rispose la giovanetta. — Non tremare per me, Hong.
— Il buon sangue non mente e tu hai sangue d’eroi nelle vene. Ah!... Ci danno la caccia?... La vedremo, signore guardie. Invece di regalarvi del pesce vi darò del piombo e delle granate. —