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Un superstite della «Concha» 257

visamente dinanzi ad una immensa distesa d’acqua, la quale perdevasi verso l’est con delle sfumature madreperlacee, che a poco a poco si coprivano di scintille dorate per l’imminente comparsa dell’astro diurno.

Era il lago di Linguasan, uno dei più vasti del Mindanao, venendo subito dopo a quello di Maguindanao che si trova più a settentrione, al di là dei monti Rangayan.

Il Linguasan serve di sbocco ad un numero considerevole di corsi d’acqua che lo mettono anche in comunicazione col lago di Butuan che è situato più al sud e ne alimenta altri più considerevoli, come il Rio Grande, a cui è unito per mezzo d’un canale naturale.

Quantunque l’ora fosse molto mattutina, alcune canoe munite di vele di giunchi lo percorrevano di già dirette verso il nord, forse per approdare a Rayabuang, che è l’unica borgata considerevole che si trovi sulle rive di quell’ampio bacino.

Than-Kiù si era fermata sulla sponda e guardava attentamente a destra ed a sinistra, come se cercasse il villaggio abitato da Romero e da Teresita.

Essa sembrava molto commossa, ed il suo volto era diventato più pallido.

— Dove sono? — chiese al marinaio, con un tremito.

— Il villaggio di Bunga è laggiù, dietro quel promontorio boscoso — rispose egli.

La giovanetta aveva aperte le labbra come se volesse chiedergli ancora qualche cosa, poi vedendo che Hong la osservava, ammutolì.

— Guidateci, — disse il chinese al marinaio.

Si riposero in cammino costeggiando il lago e seguendo un sentieruzzo aperto fra i canneti da una parte e gli alberi della grande foresta dall’altra.

Hong si era messo a fianco di Than-Kiù e non la perdeva di vista; pareva che spiasse i menomi trasalimenti del viso della compagna. Era inquieto, pensieroso ed aveva la fronte aggrottata. Senza dubbio, malgrado il giuramento della fidanzata, temeva assai l’incontro con Romero.

La giovane chinese se n’era accorta e approfittando del momento in cui erano rimasti un po’ indietro, gli disse:

— Tu non sei tranquillo, Hong.

— Lo confesso, — rispose il chinese, con un sospiro.

— Dubiti del tuo Fiore delle perle?

— No, ma ho paura.

— Hai torto, amico mio. Guarda, sono calma; appoggia il tuo orecchio sul mio cuore e lo udrai battere tranquillamente. Mai forse, come in questo momento, io sono stata così risoluta.