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L’ultimo combattimento 247


— È probabile.

— Qualche pantera?

— Oh!... Non salgono tanto, — disse il malese.

— Allora qualche grosso gatto selvaggio o qualche scimmione.

— Forse nè l’uno nè l’altro. Vedo una massa nera che discende lungo il tronco e che non rassomiglia nè ad un gatto nè ad una scimmia.

— Svegliamo Hong; non si sa mai quello che può accadere.

— È inutile, — disse Pram-Li, ridendo. — So ora di cosa si tratta. I nostri kampilang saranno bastanti per aver ragione di quella bestia.

— Infine con chi abbiamo da fare?...

— Con un orso, con un birmang come li chiamiamo noi. —

L’animale che scendeva cautamente lungo l’albero, era veramente un orso malese, uno dei più piccoli della famiglia orsina, non essendo più lungo d’un metro, nè più alto di settanta od ottanta centimetri.

Questo animale, al pari dei suoi congeneri d’Europa, vive d’insetti e di frutta ed è un abilissimo arrampicatore.

È però il meno pericoloso di tutti, sfuggendo l’uomo ed avendo un carattere tranquillo, tanto anzi che è facilissimo ad addomesticarsi.

Assalito, nondimeno, si difende, ma così malamente da non riuscire troppo pericoloso ai cacciatori.

L’animale, forse ignorando che alla base del durion si trovavano degli uomini pronti ad assalirlo, continuava a scendere, piantando solidamente le unghie nel tronco dell’albero.

Di quando in quando mandava un sordo grugnito e si arrestava per guardare abbasso. Forse aveva fiutato qualche cosa e non si sentiva completamente tranquillo.

Pram-Li aveva spinto il chinese dietro ad un cespuglio onde il birmang non s’accorgesse della loro presenza e risalisse l’albero.

— Guadagneremo una buona colazione, — gli aveva sussurrato.

Quando l’orso fu a terra, si avvide subito del pericolo che lo minacciava, avendo scorto Hong ed i suoi compagni addormentati.

Stette un momento in forse, non sapendo se gli conveniva più risalire o darsi alla fuga attraverso il bosco.

Il malese approfittò di quell’istante d’esitazione per slanciarglisi addosso col kampilang in pugno.

L’orso, scorgendolo, s’era prontamente rizzato sulle zampe deretane mostrando gli artigli. Con un’agilità che non si sarebbe mai supposta in un corpo così tozzo, evitò l’arma, poi si scagliò risolutamente addosso al malese abbracciandolo strettamente con le zampacce villose.

— Sheu-Kin! — esclamò Pram-Li, il quale non si aspettava quella resistenza.