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L’ultimo combattimento 241


Capitolo XXXI

L’ultimo combattimento

Hong, Than-Kiù ed i loro compagni, avevano pure udito quel grido che rassomigliava all’urlo d’uno sciacallo o d’un cane selvaggio e non vi avevano fatto alcun caso, credendo in buona fede che fosse stato mandato da qualche animale a loro sconosciuto.

Vedendo però Tiguma volgersi da tutte le parti, intuirono il pericolo.

— Cosa cerchi? — chiese Pram-Li. — L’uomo è caduto ed a quest’ora non deve più respirare. Cosa temi?

— L’uomo che è caduto non era solo, — rispose Tiguma.

— Come lo sai tu?

— Non avete udito quel grido?

— Sì, e cosa vuol dire?

— Era un segnale, — rispose l’isolano.

— Un segnale di chi?

— Degli uomini del bagani. Io l’ho udito altre volte, quando mi conducevano prigioniero.

— Allora noi stiamo per venire scoperti?...

— Fra pochi minuti essi saranno qui e daranno l’assalto al nostro rifugio, — rispose Tiguma a Pram-Li, che ne avvertì Hong.

— Che siamo proprio destinati a cadere nelle mani di quelle canaglie? — si chiese Hong, guardando con terrore il Fiore delle perle. — Io la morte non la temo e l’affronterei subito se non ci fosse questa fanciulla. Il pensiero che ella possa cadere fra le mani di quegli uomini, mi fa gelare il sangue!...

— Hong, — disse Than-Kiù, che pareva avesse indovinato ciò che tormentava il cervello del valoroso chinese. — Tu tremi per me, è vero?...

— Sì, Fiore delle perle, — rispose Hong, con un sospiro.

— La sorella del fiero Hang-Tu non cadrà viva nelle mani di quei selvaggi.

— Me lo prometti, Than-Kiù?...

— Ho la rivoltella alla cintura e l’ultimo colpo sarà per me.

— Grazie, Fiore delle perle. Ed ora prepariamoci a vendere cara la nostra vita. Pram-Li!... —

Il malese accorse.

— Tu difenderai il fianco destro del rifugio, Sheu-Kin quello sini-